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“La Sette Laghi è l’unica realtà ospedaliera, non possiamo ridurre la nostra offerta”

Il direttore socio sanitario Ivan Mazzoleni replica alle accuse del sindacato e spiega le scelte operative attuate nell'ultimo anno

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«In un anno ci siamo trovati più di 30 volte, non sono mancati momenti di confronto e le risposte alle domande sono sempre state puntuali. La scorsa settimana abbiamo presentato il nuovo piano dell’emergenza dati i numeri crescita dei contagi.  Oggi abbiamo oltre 380 degenti Covid e ci stiamo organizzando come da indicazioni di Regione».
Il direttore socio sanitario dell’Asst Sette Laghi Ivan Mazzoleni replica alle accuse mosse dalle diverse sigle sindacali smentendo la mancanza di dialogo o apertura.

Il personale è stanco e i turni di 12 ore costringono a un livello d stress importante
Su 5200 dipendenti, quelli che attualmente stanno svolgendo turni di 12 ore sono 186 di cui 95 infermieri che lo hanno scelto volontariamente. Gli altri sono OSS e ostetriche. Direi che è davvero una quota irrisoria. Ciò che ci separa davvero dalla visione del sindacato è che noi non vogliamo ridurre alcuna attività per non far mancare la risposta ai bisogno della popolazione. La Sette Laghi lavora, per così dire, in regime di monopolio. Se riduciamo qualsiasi attività, i cittadini non hanno alternative

Vi accusano di non aver voluto chiedere aiuto alla rete ospedaliera lombarda nei momenti di grande difficoltà
Anche questa è una cosa non vera. Quando in autunno siamo arrivati a 670 degenti covid, abbiamo attivato la centrale regionale ogni volta che potevamo. Non tutti i pazienti si poteva spostare, ma quando abbiamo avuto la necessità, lo abbiamo fatto

Dare risposte alla popolazione è una priorità ma anche il benessere dei dipendenti è importante. Varese ha un competitor molto attrattivo che è la Svizzera e il suo bisogno di professionisti qualificati
Sappiamo bene che esiste questa alternativa spesso attraente, ma siamo sicuri che anche la nostra azienda è attrattiva. Lo dimostra l’ultimo concorso fatto per gli infermieri e che ci porterà forza lavoro. Se scelgono di venire a lavorare qui ci sarà un motivo ( nell’ultimo concorso 35 infermieri si sono spostati dall’Asst valle Olona e 12 dalla Maugeri sostiene il sindacato). La Sette Laghi è poi attenta al benessere del suo personale: abbiamo sportelli a disposizione per gestire lo stress e ora stiamo avviando un percorso di follow up per i dipendenti che hanno avuto il Covid.

Ma non c’è possibilità di gestire l’emergenza con un modello più strutturato?
L’emergenza è emergenza. Quando il 60% dei letti viene dedicato alle degenza Covid non c’è modello che tenga. Le risorse per potenziare il comparto ci sono state date nel 2021 e quindi abbiamo immediatamente lavorato per reclutare nuovo personale. La crisi che fronteggiamo è di portata unica.
Ora stiamo affrontando la nuova ondata che va a sommarsi alla campagna vaccinale. Un impegno importante che vogliamo portare avanti senza ridurre i servizi per la popolazione. Nei prossimi mesi arriverà nuovo personale.

Perchè avete depotenziato Arcisate? Il sindacato parla di 12.000 prestazioni in meno
Il 2020 è stato un anno di grave crisi, non è possibile comparare l’attività dello scorso anno con quelli precedenti. Appena la crisi sarà superata, apriremo il Presst e ci saranno i primi 8 infermieri di comunità. Il progetto è stato presentato al territorio e ha riscosso grande favore. Torneranno le prestazioni ambulatoriali e stiamo costruendo un rapporto sinergico con la medicina del territorio

L’ospedale di Cuasso riaprirà?
È a disposizione, se la crisi dovrà riacutizzarsi a tal punto, lo riattiveremo

Ultimo tasto dolente sollevato dal sindacato: le esternalizzazioni. I precedenti in altre realtà non sono così entusiastici
Sono due i fattori da tenere presente: da una parte ci sono le regole di sistema che impongono un budget specifico per il personale. Se io impegno quota parte di questo per figure di servizi accessori le sottraggo a quello che è il cuore della mia aziende cioè l’assistenza sanitaria. Poi esistono delle economie di scala che rendono più economiche ed efficienti le attività svolte sui grandi numeri. Certo che occorre effettuare bandi oculati, con grande trasparenza e poi monitorare il rispetto di tutte le voci. Il personale attualmente impegnato in quei servizi non verrà esternalizzato ma passerà ad altre mansioni nell’azienda. Sarà quindi l’occasione per creare nuova forza lavoro attraverso società esterne.

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Pubblicato il 24 Marzo 2021
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