A Luino pronti sei letti dell’ospedale di comunità. A Tradate, Laveno e Arcisate opera l’infermiere di famiglia
L'Asst Sette Laghi sta avviando i primi cambiamenti legati alla riforma della sanità. Mentre si attende ancora la luce verse per i sei letti di comunità di Luino sono entrati in servizio gli infermieri di famiglia in tre distretti
Sei posti letto pronti per accogliere i primi pazienti. L’Asst Sette Laghi ha ormai definito i primi letti del nuovo ospedale di comunità. Sono nel presidio di Luino, provvisoriamente collocati di fianco al reparto di medicina con cui avranno un legame in termini di personale assistenziale. Per l’avvio concreto si attende solo «la definizione precisa delle modalità di attivazione». Il direttore socio sanitario Ivan Mazzoleni ha completato, dunque, il lavoro preparatorio per l’applicazione concreta di una delle novità introdotte dalla Riforma della sanità approvata a fine novembre. «Si tratta di letti con una collocazione provvisoria in attesa che vengano ultimati i lavori di ristrutturazione del quinto piano. A fine anno, quindi, tutti e 20 i posti previsti per questo ospedale di comunità potranno essere aperti».
OSPEDALI DI COMUNITA’ PER CURE A MINORE INTENSITA’
Nei piani di applicazione della riforma sanitaria da parte dell’azienda ospedaliera varesina, i letti che serviranno a offrire cure di minor intensità ai pazienti in uscita dagli ospedali per acuti si troveranno al Confalonieri ( il cantiere si concluderà a dicembre 2022 per una spesa di 2,4 milioni di euro) ma anche nella struttura ( padiglione di medicina) di Cuasso, che sarà ristrutturata con un investimento di 3 milioni e 685.193 euro a metà 2024.
La caratteristica di questi letti è l’assistenza di tipo infermieristico con una presenza giornaliera di un medico per 4 ore. Saranno coinvolti i medici di medicina generale, chiamati a garantire turni di copertura.
IL COINVOLGIMENTO DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE
Attualmente, la questione aperta riguarda proprio la medicina territoriale e, nel territorio gestito dalla Sette Laghi, la disponibilità a raggiungere presidi considerati molto periferici. Il dottor Mazzoleni, però, non vede ostacoli: « Il coinvolgimento della medicina territoriale sarà definito e normato nel Decreto Ministeriale 71 di cui si parla molto. Come azienda, abbiamo voluto identificare dei presidi dove la possibilità di costruire questi percorsi era maggiore e la richiesta più elevata. Nella rivisitazione della rete di cure intermedie con i letti di transizione, entreranno anche i subacuti, attualmente afferenti ad altri ambiti, e i letti di riabilitazione. Ci son territori che hanno offerte maggiori e territori più scoperti: il nostro obiettivo è stato quello di rendere più omogenea l’offerta. Poi, ricordiamo, la legge prevede un ospedale di comunità ogni 150.000 abitanti: c’è dunque spazio per un terzo polo. Noi ci siamo concentrati sull’esistente per garantire tempi brevi di attuazione».
L’INFERMIERE DI FAMIGLIA OPERATIVO A TRADATE, LAVENO E ARCISATE
E se per l’ospedale di comunità non c’è ancora luce verde, sta progressivamente prendendo forma la casa della comunità. Il primo servizio attivato è quello dell’Infermiere di famiglia: dopo le prime uscite sperimentali a Tradate, il servizio è stato esteso anche ai distretti di Laveno e di Arcisate.
I numeri sono ancora contenuti ma significativi: a Tradate sono 96 i pazienti in carico e 92 gli accessi domiciliari effettuati a cui si aggiungono ulteriori 83 accessi per persone che erano già cura per il follow up. A Laveno sono stati presi in carico 36 pazienti e 21 sono stati gli accessi domiciliari ( a cui aggiungere 8 follow up). Ad Arcisate l’attività riguarda 5 persone e gli accessi domiciliari sono stati 3 ( oltre a 2 per follow up). L’offerta sta lentamente prendendo piede: Tradate ha registrato 179 primi contatti telefonici e 367 chiamate a persone in carico, a Laveno i primi contatti sono stati 53 mentre quelli di monitoraggio 54, ad Arcisate, infine, le prime chiamate sono state 45 mentre 32 quelle di controllo.
PRESENZA DI PERSONALE MEDICO E INFERMIERISTICO MA ANCHE DI MACCHINARI
Il modello della casa della comunità che la Sette Laghi sta costruendo vede, al momento, il coinvolgimento soprattutto di medici e personale assistenziale dipendente. Ci sono servizi di specialista ambulatoriale come la pneumologia, la cardiologia, la dialettologia, la nefrologia e le cure palliative, ma anche macchinari tecnologici di base per fare gli approfondimenti più ricorrenti come l’ecografia vascolare o l’emogasanalisi.« La condivisione con i professionisti rende completa la filiera della presa in carico anche sul territorio – assicura il direttore generale Gianni Bonelli – Ci sono finanziamenti sulla sanità digitale che miglioreranno sia il lavoro del personale sia la presa in carico del paziente. La strada ancora lunga ma è in corso un cambiamento edilizio e tecnologico profondo del volto di questa azienda che si concluderà tra tre anni».
Nella stessa casa della salute si sommano, poi, i servizi che erano propri dei distretti come l’ADI e la protesica, il Cup e la scelta/revoca, le certificazioni medico legali e la presa in carico dei cronici, ma anche quelli dei consultori.
ALLA CASA DELLA COMUNITA’ DI TRADATE ESISTE L’AREA DELLO SCOMPENSO CARDIACO
Tra le esperienze avviate c’è quella dello scompenso cardiaco che il Direttore del Dipartimento cardiologico Battistina Castiglioni ha attivato a Tradate e che ha visto, nel corso di 8 sedute, il coinvolgimento di 42 pazienti suddivisi in 16 fragili e 26 cronici. Il servizio prevede un costante monitoraggio: in tre casi è stato il medico di medicina territoriale ad attivare la presa in carico in altri 5 è stato l’infermiere di famiglia che ha rilevato lo scompenso: « È in atto un cambiamento culturale – ha commentato la dottoressa Castiglioni – si porta il clinico fuori dall’ospedale ad agire direttamente nel territorio. Il lavoro è di equipe e prevede sempre considerazioni multidisciplinari per l’elaborazione di percorsi strutturati e mirati. L’impegno del medico evolverà di pari passo all’implementazione tecnologica con lo sviluppo della telemedicina. Quello su cui si deve lavorare è l’attivazione di piattaforme agevoli e trasversali per avere dati omogenei e condivisi tra tutti i professionisti coinvolti».
I FINANZIAMENTI PER LA LEGGE SANITARIA CI SONO
La trasformazione è avviata ma il cammino è ancora lungo e dovrà puntare su comunicazione e coinvolgimento di tutti gli attori.
« Oggi i finanziamenti per innovare ci sono – assicura Emanuele Monti, presidente della Commissione sanità e primo firmatario della legge di riforma di Regione Lombardia – non come la 23 che venne proposta a livello sperimentale ma poi non ottenne risorse. Oggi abbiamo una legge certa, approvata anche dal Consiglio dei Ministri che ci ha chiesto solo na decina di modifiche ponte a maggio».
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