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Campagna di prevenzione contro il tumore alla cervice uterina: screening per le donne tra i 25 e i 64 anni

È partita nel gennaio scorso la nuova campagna che contiene alcune novità di rilievo a partire dal tipo di indagine incentrata sul DNA del virus. Richiami ogni 5 anni

ospedale Niguarda di milano

Abbassare l’incidenza dei casi e aumentare la sopravvivenza a 5 anni. Sono i due obiettivi che si pone la nuova campagna di prevenzione contro il tumore della cervice uterina partita nel gennaio scorso nel territorio dell’Ats Insubria. 

L’infezione da Papilloma virus è la più comune delle infezioni a trasmissione sessuale e la trasmissione può avvenire anche tramite semplice contatto nell’area genitale. Si stima che il 50-80% dei soggetti sessualmente attivi si infetta nel corso della vita con un virus HPV e fino al 50% si infetta con un tipo oncogeno. L’infezione in base allo stato immunitario individuale può regredire, persistere o progredire in tumore maligno. In Italia, attualmente, il carcinoma della cervice uterina rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni e complessivamente l’1,3% di tutti quelli diagnosticati.

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro- IARC- ha confermato l’evidenza oncogena per 12 tipi di HPV. Alcuni tipi hanno una tendenza a progredire in cervicocarcinoma maggiore di altri: si stima che HPV 16 e HPV 18 siano da soli responsabili di oltre il 70% dei casi di questo tumore.

QUATTRO NOVITA’ NELLA CAMPAGNA DI PREVENZIONE

Quattro le novità sostanziali rispetto al pap test che veniva garantito ogni tre anni : la chiamata diretta attraverso un lettera, un test per cercare il DNA del virus HPV che sostituisce l’indagine citologica del Pap Test (ripreso in un secondo livello), la presa in carico gratuita per eventuali approfondimenti di secondo livello ( colposcopia) e l’intervallo di tempo di 5 anni. 

DAL GENNAIO SCORSO COINVOLTE 14.000 DONNE

La nuova campagna, partita nel gennaio scorso, ha coinvolto quasi 14.000 donne su un target di 80.000 per questo 2022. Nei 5 anni del ciclo completo, Ats Insubria, insieme alla rete di ambulatori e consultori delle Asst di riferimento ( Sette Laghi, Valle Olona e Lariana), vuole reclutare 390.300 donne tra i 25 e i 64 anni.

Nella fase transitoria, di cambiamento del modello di screening dall’esame citologico con pap test a quello molecolare con HPV DNA,  le ragazze più giovani  26 e 27 anni ( e a seguire quelle di 25 anni non vaccinate)  sono invitate a effettuare ancora il pap test “per avvicinarle alla prevenzione del tumore alla cervice uterina”. Il richiamo per loro e fino ai 30 anni rimane di tre anni. Le 64enni e le 39enni sono invece chiamate per il nuovo metodo di indagine molecolare ( a seguire saranno convocate le donne tra i 34 e i 38 anni). 

HPV-DNA TEST

Il nuovo test di indagine permette di individuare il DNA del virus che causa le lesioni tumorali. Incaricato dell’indagine è il laboratorio di anatomia e istologia patologica dell’Asst Sette Laghi diretto dal professor Fausto Sessa, ed è uno dei 5 individuati da Regione Lombardia per questa campagna. 

Fino a oggi, dei 2713 campioni accettati dal laboratorio, 2549 sono stati analizzati con HPV di cui 242 ( 9,4%) positivi, mentre dei  143 pap test analizzati 71 sono risultati positivi con indicazione a effettuare la colposcopia.

CAMPAGNA VACCINALE ANTI HPV

Parallelamente allo screening, viene rilanciata la campagna vaccinale che riguarda gli adolescenti ( maschi e femmine) a partire dagli undici anni. Avviata nel 2008 in tutta la Lombardia, ad oggi, Ats Insubria registra una copertura del 62,37% delle ragazze della coorte 1997 ( la prima a essere reclutata) mentre la coorte 2007 ha una copertura del 72,84%, quella del 2008 del 52,19/ e quella del 2009 del 10,19% anche se in questi due ultimi casi la campagna è ancora in atto e ha risentito delle limitazioni dovute alla pandemia. 

Da quest’anno, Regione Lombardia ha esteso la gratuità della doppia dose di vaccino ( indispensabile completare il ciclo vaccinale) anche alle 25enni che non risposero alla prima chiamata del 2008, ai soggetti a rischio ( omosessuali, soggetti con Hiv e donne con diagnosi recente di lesioni cancerogene)  mentre è previsto un costo agevolato a uomini e donne fino ai 45 anni.

La vaccinazione permette la copertura contro 9 differenti genotipi virali tra cui i due ritenuti molto aggressivi: « È quindi consigliabile la partecipazione alle campagne di screening sia  perchè non c’è la copertura di tutti i ceppi . Ricordiamo poi c’è sempre il fattore individuale che può dare risposte immunitarie differenti » ha detto la dottoressa Elisabetta Donadini delle cure primarie di Ats Insubria spiegando l’importanza dei controlli anche in soggetti vaccinati.

 « Il papilloma virus è spesso presente in via transitoria e passa di solito senza lasciare traccia – ha raccontato il dottor Giuseppe Catanoso, direttore sanitario di Ats Insubria – ci sono però casi che evolvono nella dimensione tumorale . Oggi , In Italia, l’incidenza è di 2400 nuovi casi all’anno. Si tratta del quinto tumore più diffuso tra le donne fino ai 49 anni e la sopravvivenza a 5 anni è del 68%».

La nuova campagna poggia sulla prevenzione e sulla diagnosi precoce: « In caso di esito positivo del test molecolare e dopo l’approfondimento con l’indagine citologica – ha aggiunto il dr Catanoso – le Asst assicurano la presa in carico di secondo livello con indagini di approfondimento ( la colposcopia) in modo gratuito e diretto».

Il nuovo tipo di test infine permette di effettuare entrambe le indagini con un unico campione biologico.  

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it
Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.
Pubblicato il 31 Marzo 2022
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