Janez Potočnik, nato in Slovenia nel 1958, è il Commissario Europeo responsabile della Scienza e della Ricerca. Un incarico che ricopre con successo dal 2004, in una fase storica complessa e competitiva per l’Unione, almeno nell’ambito della ricerca. Venerdì 13 Potočnik era ad Ispra, al CCR, impegnato in diverse inaugurazioni. Quella di un nuovo asilo, per i dipendenti del CCR, e quella del nuovo laboratorio Vela7, che sarà utilizzato per misurare le emissioni dei veicoli pesanti. Proprio la regolamentazione ambientale rischia di essere un tema delicato in questo periodo di crisi finanziaria. Intervistato da VareseNews, però, Potočnik ha inviato un messaggio rassicurante.
Janez Potočnik, quali possono essere i riflessi della crisi finanziaria sull’impegno degli stati europei in merito alle tematiche ambientali?
«Non dovremmo mai dimenticare che molte delle cose che abbiamo affrontato pazientemente prima della crisi, come i cambiamenti climatici o la crisi energetica, rimarranno con noi. Mentre affrontiamo una crisi finanziaria che si spera possa essere superata in tempi brevi, non dovremmo ignorare che alcuni temi sono destinati a rimanere con noi a lungo. Inoltre questi temi a lungo termine, come i cambiamenti climatici o la carenza d’acqua o la sicurezza, devono essere affrontati in un modo più interconnesso e interdipendente».
La crisi richiederà diversi rinnovamenti strutturali, possiamo vederli come un’opportunità di investimento nell’ambiente?
«Credo che i cambiamenti strutturali, resi necessari dalla crisi, possano essere un’opportunità per spingere queste evoluzioni nella direzione giusta. Così, ad esempio, mentre stimoliamo i consumi e gli investimenti non dobbiamo pensare solo a stimolarli, ma anche al tipo di consumi e investimenti che stiamo stimolando, guardando al futuro».
A giugno eleggeremo il nuovo parlamento europeo, quale consiglio vuole dare ai candidati alle elezioni?
«Sono due i temi cruciali per i prossimi anni. Il primo è la sostenibilità. La sostenibilità sia dal punto di vista dell’ambiente, sia del sociale, sia dell’economia, perchè anche i profitti che fai alla fine devono dimostrare di essere sostenibili.
L’altra parola è "come". Credo che la risposta al "come" siano le politiche globali. Dovremo sforzarci di capire che noi facciamo funzionare questo mondo insieme ad altre persone. In questo sarà fondamentale il ruolo dell’Unione Europea, perchè siamo capaci di individuare compromessi comuni, ed è un pregio importante».
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