Dal letame nascono i fior: il depuratore diventa “culturale”
L’alto Varesotto laboratorio sperimentale per cambiare il concetto di pulizia delle acque: da luogo “emarginato” a centro didattico aperto al pubblico. Al lavoro architetti e ingegneri di tutt’Italia
Il depuratore fognario è una struttura da nascondere? Trent’anni fa probabilmente architetti e ingegneri avrebbero sorriso al quesito: domanda retorica, risposta scontata. Oggi, invece, saranno proprio loro a inventarsi un nuovo modello, non solo “vivibile” in maniera integrata con la popolazione e l’ambiente urbano, ma anche modello “culturale”.
Un posto da vivere e dove apprendere il rispetto per l’ambiente. Per questo, nel corso della mattinata di oggi in Provincia è stato presentato un concorso di idee indetto dalla “Società per il risanamento e la salvaguardia dei bacini della sponda orientale del Verbano S.p.A” (meglio nota come “Verbano”) società pubblica che ha come obiettivo la progettazione di strutture per la depurazione delle acque e “gestire interventi ed attività d’informazione e di educazione ambientale”, come si legge nello statuto. Soci della società sono, infatti, la Provincia di Varese e 33 comuni del Nord della provincia. “Water is alive” è il titolo del concorso di idee nazionale bandito in questi giorni, rivolto ad architetti e ingegneri col compito specifico di creare un nuovo modello non solo operativo, per reinserire nell’ecosistema acque pulite, ma anche utile per investire su di un messaggio ambientale.
L’occasione, come ha ricordato lo stesso presidente della “Verbano spa” Maurizio Cometti, è data dal progetto di ammodernamento dei depuratori dell’Alto Varesotto. La situazione attuale prevede la chiusura dei due strutture, di Porto Valtravaglia e di Maccagno, e del potenziamento di quella di Luino (attualmente si trova nella zona Voldomino-Premaggio nda). «Un progetto che ha già i fondi a disposizione che verranno spesi dalla Verbano spa per 9 milioni di euro – spiega Cometti – . Prima della realizzazione dell’opera, però abbiamo deciso di indire questo concorso di idee per decidere come potenziare il nuovo depuratore arricchendolo di percorsi didattiche collegheranno tra loro, come un fil rouge, le diverse realtà interessate».
La depurazione quindi diventa una risorsa, come hanno sottolineato le autorità presenti alla conferenza stampa.
“Occorre un passaggio culturale dall’idea di depurazione come costo al concetto di depurazione come risorsa per la collettività: l’iniziativa che presentiamo oggi – ha affermato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo – va nella direzione di valorizzare progetti di concreta utilità, sensibilizzando i portatori di interesse verso un percorso che metta al centro non un’attività gestionale, ma un vero e proprio processo di sostenibilità”.
Di “capacità virtuosa” nella progettazione di questo nuovo concetto ha parlato il commissario straordinario della Provincia di Varese Dario Galli, che si è espresso in termini molto positivi circa l’utilità di questo progetto «che porta il nostro territorio ancora una volta all’avanguardia in materia ambientale»; un concetto molto simile a quello esposto dal vice sindaco di Luino Franco Compagnoni secondo cui «Luino ha l’elemento acqua nel dna, e che non va inteso solo come risorsa ma anche come sviluppo». Il bando prevede l’assegnazione di premi per 40 mila euro, come ha ricordato la presidente dell’ordine degli architetti della provincia di Varese Laura Gianetti che ha insistito sull’importanza di questo cambio di passo dal tema strettamente “tecnologico” a quello culturale, quando si parla di depuratori.
Circa i tempi delle opere, li riassume lo stesso Cometti in una sorta di road map: «Il 2014 sarà utilizzato per la raccolta di idee legate a questo progetto cui seguirà la fase di progettazione vera e propria che avverrà nel 2015. Al termine di questo periodo trascorreranno altri 36 mesi per la realizzazione dell’opera».
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