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“Water is Alive” pubblicato il bando di concorso per ridisegnare i depuratori

Obiettivo: realizzare un progetto innovativo, negli aspetti tecnologici e ambientali, per la depurazione delle acque dell’Alto Verbano, dove attualmente hanno sede tre impianti

È stato pubblicato il bando per la partecipazione al concorso di ideeWater is Alive. La depurazione come risorsa”, indetto dalla Società per il risanamento e la salvaguardia dei bacini della sponda orientale del Verbano Spa, in collaborazione con Provincia di Varese, Ordine degli Architetti e Ordine degli Ingegneri della provincia di Varese.
Collegandosi alvlink http://verbano.societaecologiche.net/documenti/gare-d-appalto è possibile scaricare tutto il materiale informativo mentre copia del bando è pubblicata anche sui siti dell’Ordine Architetti e dell’Ordine Ingegneri.
depuratore luinoIl concorso, aperto ad architetti e ingegneri iscritti agli albi dei rispettivi Ordini o ai registri professionali dei Paesi di appartenenza, ha come obiettivo la realizzazione di un progetto innovativo, negli aspetti tecnologici e ambientali, per la depurazione delle acque dell’Alto Verbano, dove attualmente hanno sede tre impianti per il trattamento dei reflui fognari. Alla base del concorso vi è la necessità di dismettere gli impianti di Porto Valtravaglia e Maccagno e potenziare quello di Luino, per un costo stimato di oltre 9 milioni di euro. All’aspetto tecnologico è stato peraltro aggiunto anche quello ambientale e culturale, poiché i progetti dovranno prevedere la realizzazione di una sorta di parco tematico dell’acqua che, collegando i tre poli di depurazione con percorsi paesistico ambientali aperti al pubblico, consenta di connettere le aree di progetto con il lago, il contesto urbano e le zone a parco esistenti.
Un intervento di notevole portata che condurrà quindi all’ottimizzazione ed efficientamento del servizio idrico in un’area che ricomprende ben undici Comuni, soci – con altri diciannove e con la Provincia di Varese – della stessa società del Verbano.
Il bando prevede l’assegnazione di cinque premi per un totale di 40.000 euro così suddivisi: 1° classificato €. 20.000,00; 2°, 3°, 4° e 5° classificati €. 5.000 ciascuno.
Il termine per la presentazione della documentazione richiesta (completamente scaricabile al link sopra indicato) è fissato entro e non oltre le ore 12.00 del 30 settembre 2014. I plichi dovranno essere recapitati al Protocollo della sede della Provincia di Varese, in piazza della Libertà 1, 21100 Varese, sede legale dell’ente banditore.
Gli interventi oggetto del concorso riguardano un’area con un’estensione di circa 15 chilometri di sponda, da Porto Valtravaglia fino a Maccagno passando per Luino. Contemporaneamente gli edifici degli impianti dismessi dovranno inserirsi armonicamente nel progetto complessivo ed essere recuperati quali reperti di archeologia industriale, testimonianza e oggetto di percorsi didattici sul tema della depurazione. I progettisti dovranno perciò confrontarsi con problematiche di tipo tecnologico, architettonico ma anche paesaggistico poiché l’intervento coinvolge anche territori di grande suggestione e bellezza ambientale, pervenendo all’elaborazione di un progetto globale che dovrà tenere conto della presenza di contesti differenti: quello del lago, il centro urbano e la montagna.
«Ai progettisti abbiamo chiesto di confrontarsi su tre temi per noi fondamentali che devono essere trattati simultaneamente: innovazione, tecnica e ambiente – spiega l’amministratore unico della Società per il risanamento e la salvaguardia dei bacini della sponda orientale del Verbano Spa, Maurizio Cometti -. Un processo complesso anche per la sua preparazione che ha coinvolto ad oggi tutti gli attori del territorio provinciale e regionale che si occupano di questi temi e che solo il contributo degli Ordini professionali degli ingegneri e degli architetti della provincia di Varese ha reso possibile. In questo concorso di idee abbiamo avanzato una provocazione chiedendo se un’area adibita alla sola depurazione possa essere riconvertita anche in luogo tecnologico dove sviluppare la didattica, ospitare un centro di analisi, accogliere funzioni e servizi diversi secondo principi di precauzione, prevenzione e sostenibilità. Siamo fiduciosi del risultato perché confidiamo sulla creatività e sulla capacità innovativa dei tecnici e dei progettisti ai quali ci rivolgiamo. Contiamo di fare tesoro delle soluzioni proposte così da poter utilizzare nel migliore dei modi i 9 milioni di euro che sono stati individuati quali risorse da destinare al distretto di depurazione del Luinese. Un’opportunità della quale intendo ringraziare tutti i 30 Comuni soci e la Provincia di Varese che hanno condiviso e promosso questo percorso che per noi che abbiamo l’onore e l’onere di lavorare all’interno di questa società è già diventato un fattore di crescita».
Per il commissario straordinario della Provincia di Varese, Dario Galli «Si tratta di un’iniziativa importante per il nostro territorio e per la sponda lombarda del Lago Maggiore in particolare. Confidiamo di avere delle proposte utili e innovative da parte dei professionisti che parteciperanno, la provincia di Varese ha raggiunto ormai alti standard qualitativi nella gestione delle risorse idriche e nella depurazione e questo è positivo sia per la tutela della salute che per la salvaguardia dell’ambiente. Inoltre, progetti come questi possono senz’altro contribuire anche a rafforzare la vocazione turistica dei nostri laghi».
«Si tratta di un’opportunità per i professionisti, che potranno ideare un progetto importante dal punto di vista sociale, poiché mirato a preservare l’ambiente e individuare azioni che consentano di trasformare il processo di depurazione da costo a risorsa – conclude Cometti -. Un progetto che pone al centro l’acqua come bene prezioso e indispensabile, valutando attentamente gli aspetti ingegneristici che dovranno portare alla realizzazione di impianti all’avanguardia e tecnologicamente avanzati, ma rispettosi dell’ambiente e in grado di poter
supportare soluzioni innovative in fatto di contenimento dell’impatto ambientale e di eco sostenibilità».
«In questo bando si fondono gli aspetti architettonici e ingegneristici – è il commento del presidente dell’Ordine Architetti di Varese, Laura Gianetti -, ma non solo: anche gli aspetti urbanistici e di paesaggio entrano in gioco e dovranno confluire integrandosi e arricchendo il progetto finale. Questo rende la sfida particolarmente interessante per i progettisti che intendono concorrere, poiché dovranno mettere in campo e coordinare professionalità diverse. Ritengo peraltro lungimirante la richiesta dell’ente banditore che oltre ad integrare
tre diverse realtà realizzando economie di scala, ha richiesto che siano considerati nei progetti anche possibili adeguamenti futuri».
«Dal punto di vista ingegneristico il bando richiede competenze e professionalità in grado di interagire e di integrare aspetti tecnologici di ultima generazione nel formulare proposte innovative – è il commento del presidente dell’Ordine Ingegneri di Varese, Roberta Besozzi – che siano al contempo rispettose dell’ambiente.
Le soluzioni ingegneristiche e tecnologiche dovranno infatti porre particolare riguardo agli aspetti di efficientamento energetico e all’impiego di apparecchiature, sistemi ed impianti a basso impatto ambientale.
Oltre a questi, dovranno anche tenere conto degli aspetti legati alla silenziosità delle macchine, all’assenza di emissioni, all’utilizzo di prodotti ecologici… Ritengo che attualmente non si possa prescindere da queste tematiche che anzi dovrebbero diventare la base dalla quale partire, come peraltro sancito anche dalla nostra “Carta Eco Etica”. Nel suo complesso la progettazione di questo comprensorio che prevede, lo ricordo, la dismissione di due impianti e l’implementazione di un terzo, è molto articolata e dovrà saper gestire in modo ottimale anche gli aspetti economici oltre che contenere i tempi di fermo durante la fase di cantiere».

Pubblicato il 04 Luglio 2014
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