Il Jrc chiarisce tutti i dubbi sul deposito di scorie radioattive
Il Jrc di Ispra chiarisce alcune questioni sollevate da un articolo del "Sole24 ore" che hanno destato molta apprensione nella popolazione dei comuni limitrofi e alimentato polemiche politiche
Il Jrc di Ispra chiarisce alcune questioni sollevate da un articolo del “Sole24 ore” relative al deposito temporaneo di scorie radioattive (Interim Storage Facilty) che hanno destato molta apprensione nella popolazione dei comuni limitrofi e alimentato polemiche politiche.
Sull’ISF Varesenews ha pubblicato due articoli e tre video.
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Area 40
Il deposito ISF (Interim Storage Facilty) è classificato come edificio 41m nel complesso chiamato Area 40, che raccoglie tutti gli impianti di gestione rifiuti radioattivi del sito di Ispra.
Il nuovo deposito
ISF è destinato ad ospitare temporaneamente (Interim) tutti e soli i rifiuti radioattivi prodotti dal sito di Ispra: sia i rifiuti già esistenti generati in 60 anni di ricerca (oggi ospitati da un vecchio deposito ormai saturo), sia quelli che saranno prodotti durante il programma di smantellamento degli impianti nucleari. Non è previsto l’arrivo di alcun rifiuto radioattivo da altri siti.
I rifiuti stoccati in ISF verranno poi conferiti al deposito nazionale italiano, attualmente in fase di pianificazione, che sarà il deposito finale di tutti i rifiuti radioattivi attualmente dislocati in svariati siti sul territorio nazionale. La localizzazione del deposito nazionale non è ancora stata definita dal Governo Italiano.
Già espresso in precedenza, ribadiamo ulteriormente: ISF ospiterà esclusivamente i rifiuti del sito di Ispra, sia provenienti dalla attività di ricerca del passato e ora collocati in un altro punto di stoccaggio interno, sia derivanti dalle attività di disattivazione e smantellamento delle strutture locali e non riceverà alcun rifiuto di provenienza diversa.
Non è assolutamente il secondo più grande in Europa. Questo non è mai stato detto in conferenza stampa. Si tratta di un’interpretazione sbagliata del titolo dell’articolo apparso sul Sole 24 ore, dove veniva citato come il secondo deposito della UE. Ma non in termini di grandezza, bensì temporali. Essendo il primo deposito quello che ospita attualmente i rifiuti sul sito, ISF è semplicemente il secondo gestito dalla Commissione Europea. Tra l’altro è più grande del precedente. Non si è mai parlato di “secondo più grande”.
ISF non è in competizione né in conflitto con il programma nazionale italiano; anzi ne è totalmente allineato. Accade lo stesso in altri siti nucleari italiani, i rifiuti attualmente presenti sono stoccati in depositi temporanei in attesa della disponibilità del deposito nazionale destinato ad essere la soluzione finale di tutti i rifiuti radioattivi italiani. Anche per il sito di Ispra, ISF è concepito per essere un deposito provvisorio per ospitare per un certo periodo (al massimo qualche decennio) tutti i rifiuti radioattivi prodotti dal sito. Quando il deposito nazionale sarà pronto, i rifiuti verranno ivi conferiti da ISF e sul territorio di Ispra non rimarrà alcuna traccia di radioattività connessa con le attività del JRC.
Rapporti col territorio
Il JRC di Ispra ha eccellenti relazioni con le autorità locali italiane, inclusa la Prefettura di Varese e i sindaci dei paesi limitrofi. Partecipano reciprocamente agli eventi organizzati, e si svolgono incontri regolari sulle varie tematiche che riguardano il Centro e di rilevanza per le aree limitrofe e non. In particolare ci preme sottolineare la tavola Rotonda EMAS, una iniziativa del JRC considerata una best-practice di comunicazione aperta e trasparente con le controparti sulle tematiche ambientali, per le quali il JRC è certificato con i maggiori standard. A questa tavola rotonda, con cadenza annuale, contribuiscono autorità locali e nazionali. Ai regolari Open Days del JRC vengono invitati sul sito giornalisti, autorità e scuole locali, per informarle sulle attività svolte al JRC. Un altro esempio della proficua collaborazione del JRC con le autorità, nonché del suo contributo alla comunità locale, è rappresentato dalla recente costruzione ad opera e sul suolo del JRC, della nuova caserma dei Vigili del Fuoco di Ispra.
Background
Il sito di Ispra, nato come centro di ricerca nucleare nazionale (del CNRN, oggi rinominato ENEA) alla fine degli anni ’50 e poi ceduto all’Euratom, ha ospitato ricerche in campo nucleare da oltre 60 anni, anche se oggi si è molto diversificato e il nucleare è solo una parte del programma di ricerca del JRC. Il sito di Ispra ospita due reattori di ricerca, oramai spenti da oltre 30 anni, e altre installazioni di ricerca. Attualmente è in corso un programma di disattivazione degli impianti nucleari obsoleti che porterà alla demolizione di tali impianti ed al rilascio del sito senza alcun vincolo né radioattività residua. Il completamento del programma è previsto per la seconda metà degli anni 2030.
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