Terza Categoria: “Ero in buona fede, ho giocato per amore del Mascia”
Roberto Castorino, 50 anni, è il giocatore tesserato in maniera non regolare che ha provocato il ricorso dell'Aurora Induno: spiega le sue ragioni e ribadisce la sua buona fede e quella del Mascia United
Quanto è successo nel girone A di Terza Categoria ve lo abbiamo raccontato nella giornata di martedì 10 maggio: esito del campionato ribaltato da un ricorso dell’Aurora Induno, che va in Seconda Categoria mentre la Cuassese dovrà affrontare i playoff contro il Rancio Calcio.
Il protagonista di questa pazza domenica, suo malgrado, è Roberto Castorino, 50 anni, da almeno 30 sui campi della provincia di Varese (ma anche oltre confine) con varie maglie. È lui il giocatore con il tesseramento non regolare, che ha provocato il ricorso (formalmente ineccepibile) dell’Aurora Induno e strozzato in gola le grida di gioia della Cuassese, prima in classifica e promossa per meno di 24 ore: «Sono contento che i ragazzi della Cuassese non se la siano presa con me. Mi spiace aver creato loro un disagio e che abbiano perso la gioia immensa per aver vinto un campionato così, ma ho fatto tutto in buona fede – racconta Castorino -. Ho chiamato il mister Paolo Della Rossa e ho spiegato a lui e ai suoi ragazzi come stanno le cose. Domenica faremo tutti il tifo della Cuassese». Nella foto in alto, Roberto Castorino con Lulù Oliveira
Su quello che è successo domenica, Castorino dà la sua versione dei fatti: «Intanto il gol non l’ho nemmeno fatto io, ma Romanò…Io gioco nel Mascia United da anni, per amicizia con Mauro Silipo. Ero convinto di avere un tesseramento regolare, sono dieci anni che gioco con loro e non ho mai avuto problemi. Gioco anche in Svizzera nel campionato Veterani, come fanno in parecchi, non solo io, per cui sono in buonissima fede. Abbiamo fatto la richiesta del tesseramento, come al solito, ma non ci siamo probabilmente capiti e il tesseramento non è stato formalizzato. Ho giocato 8 partite in questa stagione, ma non sono mai stato ammonito e forse per quello non mi hanno mai controllato d’ufficio. Poi abbiamo sempre perso e nessuno ha fatto ricorso. Con l’Olona mi hanno anche annullato un gol…Non sapevo di non essere tesserato, pensavo che non ci fossero problemi. Domenica poi è probabilmente stata l’ultima partita del Mascia United, creata da Mauro Silipo e da Antonio Scianna venti anni fa, nel 1996. Io ho avuto la fortuna di conoscerli e di giocare con loro e per loro e ne sono orgoglioso. Non mi volevo perdere l’ultima partita, oltretutto a Induno Olona, dove ho cominciato a giocare nella mia lunga carriera. Pensavo di fare una partita tranquilla, cercando di prendere meno gol possibile. Avevo anche una caviglia gonfia, ma non volevo mancare. Il destino ha voluto regalare una vittoria per la storia del Mascia: noi ci siamo preparati alla partita chi telefonando alla fidanzata, chi guardando i risultati della serie A, contro una squadra che invece si giocava il campionato. Ma la partita per una serie di motivi, qualche scelta arbitrale, un po’ di braccino e qualche errore tecnico è finita come è finita. Per molti miei compagni che non hanno mai giocato seriamente è stata una gioia immensa».
Sul ricorso presentato dall’Aurora Induno, Castorino ha un pensiero abbastanza chiaro: «Mi è spiaciuto per l’Induno, ma ero contento per la Cuassese e per il Mascia. Nel calcio e nello sport niente è scontato. Io non ero in regola, è vero, e mi spiace: io non so cosa avrei fatto, ma credo che una squadra prima in classifica che perde contro l’ultima che ha in campo gente di 60 anni come Silipo o 50 anni come me, che non sono CR7, ma CR9 azzoppato, ha solo da recriminare con sé stessa. Io non avrei fatto ricorso, avrei forse fatto diversamente e mi sarei impegnato nei playoff. Così l’Induno non ne esce bene, sul campo il Mascia ha vinto e l’Aurora Induno ha subito la peggior sconfitta della sua storia, non solo sul campo…Spero che la Cuassese venga promossa ora, superando il dispiacere per l’episodio di domenica: sono loro i veri vincitori del campionato».
«A 50 anni vado avanti a giocare, sono tornato bambino, o forse lo sono sempre stato: faccio anche il direttore sportivo a Luino, per passione, e sta andando bene. Faccio il papà di mio figlio che gioca nelle giovanili del Lugano e vado avanti a giocare nei campionati Csi e in Svizzera, con la speranza che non accadano più pasticci come quello della scorsa domenica».
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