A Colombaroli il secondo Memorial Gambato
Al bocciodromo di Brezzo di Bedero si è disputata la gara dedicata a Giancarlo Gambato
Fa caldo, oggi, molto caldo, l’aria è appiccicosa, l’afa si attorciglia intorno alle membra, ti fa sudare anche il solo respirare, figuriamoci all’interno del Bocciodromo di Brezzo di Bedero, struttura splendida, ma sicuramente non esente dalla calura – anzi perseguitato, perché chiuso e bersagliato da un sole che sembra trarre piacere, giovandosi dell’aiuto complice e persino un po’ sadico di un’umidità assurta a protagonista, consapevole del suo ruolo di far salire esponenzialmente la percezione della temperatura – ove si disputa la fase finale del 2° Memorial Giancarlo Gambato.
(Nella foto gli otto finalisti – In piedi: Cozzi, Colli, Abrami, Longhi, Colombaroli, Melone – Accosciati: Bramani Araldi, Minetti)
Potremmo essere a Bombay – mi sia permesso di chiamarla ancora così e non Mumbay, mi è estraneo questo nome che rinnega le reminiscenze di giovanili entusiasmi per una materia considerata ingiustamente minore: la geografia – oppure in Brasile, non lontanissimo da Rio, dove si sono appena compiuti i riti olimpici e dove ne subentreranno altri, fra poco, per le Paraolimpiadi, vicino alla mia Recife – mia per familiarità con un recente passato, ove la sua frequentazione era se non assillante, almeno ricorrente – pervasa da questo clima con tenace continuità, anche d’inverno, essendo collocata nei pressi dell’Equatore, invece si gioca a bocce, si compete, anche senza divisa, anche in “dèshabillé”, come ostenta un disinibito e, solo apparentemente, disimpegnato, ma concentrato come mai, Colombaroli, vincitore di questa maratona “africana”, dopo tre battaglie feroci a colpi di bravura e d’invocazioni alla buona sorte. Meritato vincitore nel nome dello sport che Giancarlo Gambato amava così tanto da scegliere di morire nei pressi di un campo di bocce, durante una gara, perché lo so – ma forse mi piace immaginarlo – che lui, la sua fine, avrebbe voluto che si materializzasse in quel modo per mantenere sino all’ultimo dentro i suoi sensi il rumore sordo, ma musicale, armonico, melodioso di quelle bocce che si urtano, rimbalzano, cozzano fra loro e le assi che delimitano i campi.
Una competizione aspra – un centinaio di adesioni fra tesserati e semplici appassionati -, senza esclusione di colpi? Si potrebbe forse pensarlo, ma nulla di tutto questo, è un sussurrato inno all’amicizia, senza lasciarsi sedurre dalle solite, facile retoriche, alle quali si ricorre per trasformare l’indifferenza in profondità di sentimenti; ogni giocatore fa ricorso alle sue risorse più riposte, duellando con i suoi limiti, cercando, in adorazione al principio fondamentale dello sport, di superarli, senza riuscirci, sovente, ma tentando, sempre.
La dolce e commossa Federica Gambato segue tutte le fasi principali della gara e le sue parole, unite a quelle di Daniele Boldrini e di Ermes Colombaroli, vanno a confluire, piccoli rivoli di serenità, nel più complesso e completo fiume del ricordo, attraverso il quale Giancarlo è tornato – ma se ne era mai andato? – per narrarci le sue storie gravide di simpatia e d’ironia.
Ci lasciamo intorno al piccolo tavolo del rinfresco parlandoci assieme, consapevoli di aver superato, seppure per attimi infinitesimi sottratti all’enorme Moloch del tempo, divisioni e incrostazioni lasciate da residui calcarei troppo spesso ritenuti inevitabili, riscoprendo il piacere del semplice contatto umano: mi perdoni, Giancarlo, di essermi lasciato trascinare dal sentimentalismo almeno un poco? Non l’avresti voluto, lo percepisco, ma grazie lo stesso, Giancarlo: all’anno prossimo.
Classifica 2° Memorial Giancarlo Gambato
1° classificato Ermes Colombaroli
2° classificato Franco Minetti
3° classificato Roberto Bramani Araldi
4° classificato Erminio Melone
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