Quella deroga ignorata dalla Federbasket che toglie lo sport a mia figlia
La vicenda di una ragazza di Luino per cui il Comitato Regionale non concede un nullaosta previsto dalle regole nazionali
«Aiutatemi: mia figlia vuole giocare a basket, ha un anno in più delle sue compagne ma il Consiglio Regionale della Federazione non vuole concedere una deroga che è prevista dal regolamento e le vieta di scendere in campo».
L’accorato appello di Vincenzo, padre di una giovanissima cestista di Luino, sembra una di quelle vicende nelle quali basterebbe un pizzico di buonsenso per essere risolta. La situazione è questa: per poter giocare a pallacanestro M., la figlia di Vincenzo – classe 2003 – si allena con la squadra di Luino formata da compagne nate nel 2004 e 2005 che partecipano al campionato under 14. Una scelta che in qualche modo è obbligata, perché andare in una squadra under 15 è quasi impossibile per la ragazza: il basket femminile giovanile esprime poche squadre e nessuna vicina alla cittadina dell’Alto Verbano (e anche a livello di trasporti pubblici le cose sono complicate).
Lo scorso anno M. («che gioca per puro divertimento – spiega il padre – lo scorso anno ha segnato una manciata di punti in tutto il campionato, sta in campo pochissimi minuti a partita») ha giocato l’under 13 con le stesse compagne grazie al beneplacito della Federazione. Questa volta però, nonostante esista la possibilità di una deroga proprio in funzione della promozione del basket femminile («a pagina 40 delle DOA» spiega Vincenzo: trovate qui sotto il passaggio), questa non è stata concessa a M. che quindi non può andare a referto con le giovanissime amiche.
«È facoltà del Consiglio Direttivo Regionale autorizzare la partecipazione di squadre con atlete di età di un solo anno superiore nelle categorie giovanili Under 14, 16 e 18 al fine di promuovere la pallacanestro e in ogni caso la partecipazione è limitata alla fase regionale. La partecipazione a tale campionato non assolve agli obblighi di partecipazione ai Campionati Giovanili».
«Mia figlia è anche molto timida – prosegue il padre – aver trovato una squadra è per lei molto importante anche sul piano personale. E naturalmente per noi è impossibile portarla in altre società: sono tutte troppo lontane da Luino e – prosegue Vincenzo – Nei giorni scorsi ho inviato una e-mail molto pacata alla FIP nella quale chiedevo lo motivazioni della mancata concessione della deroga e, possibilmente, un ravvedimento. Purtroppo l’unica risposta che mi è arrivata da Milano, con una telefonata, è stata che la Lombardia non concede deroghe se non in Valtellina o in provincia di Mantova, proprio per il fatto che le distanze tra società sono elevate. A questo punto posso affermare che la FIP se ne infischia sia del regolamento sia delle ripercussioni che una decisione come questa può avere sull’animo di chi ha subito il torto: mia figlia».
«Il passaggio delle DOA – prosegue – dice apertamente che le deroghe ci sono al fine di promuovere la pallacanestro e in ogni caso la partecipazione è limitata alla fase regionale. Per cui parliamo un diritto allo sport, che la decisione della FIP sta cancellando. Chi se ne frega – conclude sconsolato Vincenzo – di come si sente una ragazzina che ha nel basket la sua unica possibilità di esprimersi e di vincere le proprie timidezze? Col loro rifiuto hanno fatto chiudere ancor di più mia figlia in se stessa, perdendo quegli stimoli e quelle motivazioni e sicurezze che aveva acquistato, faticando, giocando con le sue compagne».
Ci sarà modo di cambiare questa decisione che, in tutta onestà, ci sembra davvero ottusa e penalizzante? Se la FIP Regionale ha voglia di parlarne, siamo qui ad attendere qualche buona notizia.
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