Lorenzo e il suo esordio a Wembley per parlare di fisioterapia
Il tainese Besozzi, 24 anni, è nello staff del Lugano femminile e ha avuto l'occasione di esporre i suoi studi al congresso "Isokinetic" organizzato nel celebre stadio londinese
Dalla sua Taino a uno degli stadi più famosi del mondo, il mitico Wembley di Londra, per parlare in pubblico di alcuni aspetti del suo mestiere, il fisioterapista. È il percorso seguito dal giovane Lorenzo Besozzi, chiamato al congresso di Isokinetic per esporre «Uno studio di prevenzione sulla neurodinamica e di quelle tecniche che, sebbene conosciute, purtroppo non sempre vengono prese in considerazione da tutti i fisioterapisti» racconta il professionista nato e cresciuto nella località del Basso Verbano.
Il congresso Isokinetic (si è tenuto qualche settimana fa) ha lo scopo di parlare di medicina sportiva a 360 gradi ospitando medici, fisioterapisti e preparatori atletici provenienti da ogni angolo del mondo. Besozzi non poteva ricevere un regalo migliore per i suoi 24 anni: Lorenzo è membro da due stagioni dello staff del Football Femminile Lugano 1976, squadra militante nella massima divisione del campionato svizzero concluso al secondo posto e grazie alla sua esperienza in questo campo è stato convocato a Londra.
«La passione per il calcio e lo sport mi ha aiutato davvero tanto a raggiungere questo traguardo.- confessa Lorenzo – Mentre terminavo gli studi universitari in Svizzera ho iniziato a seguire il Lugano femminile e così ho cercato una collaborazione per applicarmi nella fisioterapia. Sto ricevendo molto da quest’esperienza e ho avuto l’occasione di incontrare squadre importanti e blasonate come le campionesse d’Italia della Juventus». L’impegno di Lorenzo è stato così premiato sia dal punto collettivo, con la prima storica qualificazione del Lugano alla UEFA Women’s Champions League, sia dal punto di vista professionale con l’invito a Wembley dove ha avuto la possibilità di esporre le proprie ricerche in ambito medico.
«Il lavoro di un buon fisioterapista deve essere svolto a contatto con la squadra e sopratutto di tipo biopsico-sociale, un termine molto utilizzato nelle ricerche moderne per indicare come il cervello elabora un infortunio e come si può orientare l’atleta a livello mentale. Lo si può fare rispetto alle partite, alla stagione ma anche ai contratti da firmare – spiega Besozzi – In particolare, lo studio si rifà alle tensioni che agiscono a livello del tessuto nervoso: quando sono eccessive, vanno dissipate. Per questo abbiamo lavorato su esercizi in grado di aiutare il sistema nervoso negli arti inferiori. Come? Avvalendoci delle tecniche di sliding, ovvero lo scivolamento del nervo rispetto alle strutture corporee, ai muscoli, alle articolazioni. Lavorando meglio si riduce lo stress e quindi il numero di infortuni».
Uno studio che ha preso in esame calciatori non professionisti, dal momento che essi sono soggetti a maggior esposizione e rischi: «Chi non viene seguito da uno schema di lavoro mirato è portato più di frequente a subire infortuni; inoltre, sfortunatamente, anche i punti di riferimento durante il lavoro di prevenzione sono minori rispetto ai “pro”. Una grande soddisfazione è stata ampliare il campo di applicazione del protocollo della FIFA non solo alle strutture muscolo-schelettriche ma anche alle tensioni nervose, migliorando di fatto i risultati sui campioni valutati».
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