Covi è il primo degli “altri” nel Giro dei colombiani
Il 20enne di Taino è quarto al termine del Giro Under 23 e per il secondo anno consecutivo è il migliore degli italiani. Vittoria di Ardila davanti a due connazionali
Un Giro d’Italia under 23 tutto in salita. Letteralmente, non in senso figurato. E così l’attesissima corsa a tappe giovanile è diventata di dominio colombiano, una nazione storicamente forte sui pedali solo (o quasi) quando la strada diventa ripida o ancor meglio ripidissima. Primo Ardila, secondo Rubio e terzo Alba, questo il verdetto del podio rosa dopo l’ultima frazione conclusa sul Passo Fedaia e dominata dal terzetto sudamericano (con Rubio vincitore davanti ad Alba e alla maglia rosa); un verdetto che consegna un quarto posto agrodolce al nostro Alessandro Covi (foto Colpack/Rodella), il 20enne di Taino che fu già il miglior italiano nel 2018 e quest’anno ha fatto ancora meglio, risultando il più bravo di tutti al di fuori della Colombia.
Attenzione: quando parliamo di verdetto agrodolce intendiamo – per la parte amarognola – il podio solo sfiorato, perché per il resto Covi è stato autore di una grandissima corsa rosa. Su un percorso non tagliato propriamente per le sue caratteristiche, la speranza del Varesotto che pedala era partito con la volontà di vincere una tappa e invece si è ritrovato a fare da uomo di classifica per il suo Team Colpack, dopo il ritiro del compagno Bagioli. Covi è rimasto aggrappato al podio – secondo – fino all’ultima tappa, ma l’ennesima pendenza estrema ha permesso ai colombiani di “eliminarlo” dalla top tre: anche in una giornata difficile però, Alessandro ha stretto i denti e ha chiuso 11° (a 2’13” dal vincitore di giornata) così da blindare la quarta posizione a poco più i 6′ dalla maglia rosa Ardila.
«Mi sarebbe piaciuto portare un po’ d’Italia sul podio finale di questo Giro – ha scritto su FB Covi al termine della prova – Ho cercato, innanzitutto, di onorare la maglia Colpack e tutto lo staff ma, soprattutto, di omaggiare la bandiera italiana». Obiettivo centrato, perché il 20enne tainese ha confermato sulla strada le grandi qualità che gli venivano accreditate alla vigilia. E nella seconda metà di stagione, per Alessandro ci sarà la possibilità di tornare a respirare l’aria dei “grandi” in qualche corsa con i “Pro”, in quel gruppo in cui correrà l’anno venturo con una maglia pesante come quella del team UAE Emirates.
Il Giro ha visto la partecipazione anche di un altro ventenne varesino di buone speranze, Andrea Cervellera, in gara con la maglia del team Casillo Maserati. Per lui la 58a posizione finale e tanta esperienza in proiezione futura. Si è invece dovuto ritirare il più esperto Nicholas Rinaldi (classe ’97), costretto al ritiro durante la quinta tappa, quella del Passo Maniva.
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