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Paralisi da virus nello sport. E le bocce?

Intervista al fuoriclasse Massimiliano Chiappella: « La cosa che dovremo preservare è l’aspetto di aggregazione e socialità che è l’essenza del nostro sport»

Bocce varie

Lunedì 24 febbraio 2020. Cala la mannaia sullo sport delle bocce con il divieto di accedere ai bocciodromi, compresi gli allenamenti dei tesserati, consentito agli atleti di alto livello, seppure con limitazioni. Da quella data in poi ulteriori proibizioni, in pratica chiusura totale per l’attività sportiva in
generale, bocce, settore raffa, compreso. Sono passati quasi due mesi da allora e abbiamo voluto
sentire umori e prospettive dal campione per antonomasia del luinese: il pluridecorato Massimiliano
Chiappella.

Max, ti chiamano tutti così e mi concedo una licenza unendomi al gruppo dei tuoi supporters, sei sicuramente bloccato, come tutti del resto, ma riesci a svolgere qualche allenamento per non perdere la forma? Le bocce sono uno sport per il quale occorrono gli strumenti – le bocce – come altri, penso al tiro al piattello o ai lanci in atletica, come sopperisci?
«Per quanto mi riguarda cerco di approfittare della variabilità connessa alla situazione attuale anche
per quanto concerne il mio lavoro. Il rimanere saltuariamente a casa mi permette di allenarmi
fisicamente in modo intenso. Faccio ciclette e tapis roulant, parecchi chilometri, il che mi dona
ottime risposte dal punto di vista fisico. Diverso è l’approccio per l’allenamento tecnico. Ho la
fortuna di avere un giardino, posso esercitarmi un po’ con il volo, ma il campo è un’altra cosa e lì
senti che ti manca parecchio rispetto alla normale pratica agonistica. Inoltre difetta la
predisposizione mentale e la concentrazione, indispensabili in gara, per le quali sarà più arduo
ricuperare in tempi brevi».

Consideriamo che l’interruzione è caduta prima dell’ultima giornata del Campionato Italiano di Serie A2, nella quale la tua società Possaccio doveva giocarsi in casa il successo nel girone contro i perugini del S. Angelo Montegrillo. La vittoria avrebbe sancito il sorpasso e quindi il passaggio ai play-off. Ora come finirà?
«Difficile fare previsioni, innanzi tutto non sappiamo se riprenderemo, né tanto meno quando.
Qualora riprendessimo non sappiamo in che modo, se l’annata verrà portata a conclusione, oppure
verrà annullata. E’ una situazione caotica e il nostro sport andrà inevitabilmente a rimorchio di altri
che hanno un seguito ben diverso di tifosi. Per quanto riguarda Possaccio, sempre nel caso che si
riparta da dove ci eravamo fermati, il cammino non sarà semplice: non solo occorrerà vincere lo
scontro diretto, ma, una volta conquistata la vetta del girone, dovremmo fare i play-off con la
Kennedy di Napoli che annovera alcuni giocatori di alto livello, fra tutti Pappacena. Non sarebbe
comunque una passeggiata fra andata e ritorno. Ma forse stiamo camminando troppo in avanti,
considerato che non ci sono certezze, non solo per la Serie A2, ma anche e soprattutto per il
campionato di serie A, che non è arrivato a conclusione, per il quale le incognite sono ancora
numerose».

Parole sacrosante, valutazioni condivisibili nella totalità, ma questo clima sconvolgentemente indeterminato, se proiettato ai livelli inferiori, allo sport per tutti, non potrebbe avere effetti devastanti su tesserati, bocciodromi, competizioni, sponsor, fino a mettere in pericolo addirittura la struttura stessa dello sport delle bocce, specialità raffa?
«Direi proprio di sì, il pericolo esiste, eccome. Pensiamo agli sponsor di un certo livello che si sono
impegnati a far confluire nelle casse delle società i denari indispensabili per fronteggiare le spese
per l’organizzazione di gare, dei premi, dei rimborsi spese per gli atleti di livello. L’impegno
economico può essere rilevante. È vero che per alcuni prevale la passione per lo sport boccistico
rispetto ad altre variabili, tuttavia bisogna pensare a un’azienda che, stante la crisi da virus attuale,
ha dovuto sospendere l’attività, ha dovuto mettere personale in cassa integrazione, come potrebbe mantenere le spese per lo sport, senza avere problemi di carattere etico? La sospensione delle
erogazioni determinerà di certo il ridimensionamento delle competizioni e, nel caso dei settori di
minore importanza, anche la rinuncia, a cui potrebbe seguire la cessazione di ogni attività».

Quindi lo scenario potrebbe essere apocalittico: crollo dei tesserati, perdita dei piccoli sponsor, ridimensionamento del numero delle gare, chiusura delle Società, chiusura degli impianti in un loop distruttivo nel quale potrebbero sopravvivere in pochi in possesso di basi solide, anzi solidissime, idonee a galleggiare pur in un mare sempre più in tempesta?
«Non la vedrei in questo modo catastrofico. Sicuramente si perderà qualcuno per strada, come
sempre durante un periodo di crisi. L’importante è che i dirigenti di società seri e impegnati non
demordano, perché è su di loro che occorre contare affinché l’insieme non entri in un avvitamento
senza scampo. Probabilmente perderemo prima coloro che a breve o medio termine avremmo
comunque perso. La cosa che dovremo preservare è l’aspetto di aggregazione e socialità che è
l’essenza del nostro sport: senza di quello saremmo snaturati e perderemmo la caratteristica
distintiva delle bocce».

Massimilano Chiappella ci ha fornito un’analisi lucida, disincantata, lontana dalle retoriche
imperanti in questo tempo colmo di disvalori, mentre dovrebbe essere serbatoio di riflessioni
profonde sulla caducità delle sorti umane. Questo fantastico sport non può vivere nel
distanziamento sociale, è un puro distillato di socialità. Occorrerà preservarlo dalle contaminazioni, occorrerà, caro campionissimo, preservare i valori che hai così sapientemente citato, nella speranza che prevalga il buonsenso, elemento sempre più arduo da scovare.

di
Pubblicato il 18 Aprile 2020
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