Raffa varesina, riparte anche la Bederese
Ora tra le società manca solo Ternate
Era il 24 febbraio, non era una “notte buia e tempestosa”, come sentenzia con indiscutibile “capacità letteraria”, Snoopy, il personaggio creato da Charles Schultz, ma era un semplice primo pomeriggio d’inverno: dinanzi al bocciodromo di Brezzo di Bedero la dirigenza della Bederese affiggeva l’avviso che, causa l’emergenza sanitaria, ogni attività sportiva veniva sospesa, la struttura era preclusa al pubblico ed erano consentiti solo gli allenamenti per gli atleti, in numero controllato e sporadico. La giornata era sì uggiosa, con un pallido sole filtrato dall’umidità diffusa, ad interpretare il tipico paesaggio invernale del lago, che si ammanta di silenzi e di un lieve strato di malinconia, solo in parte attenuato da qualche leggero volo di sparuti uccelli timorosi, pure loro, d’infrangere l’immobilismo della stagione. Neppure un ronzio d’insetti, malgrado le affermazioni delle autorità locali, intervenute all’ora di apertura del bocciodromo per eliminare pericolosi nidi di vespe annidatesi nei pressi del cancello d’ingresso.
Una coltre stava calando sul mondo delle bocce, che poi si paralizzava completamente due settimane più tardi con la proibizione di svolgere anche gli allenamenti: chiusura totale, insomma. E le bocce si apprestavano a interpretare il mondo delle favole. La Bella addormentata, la fiaba di Perrault o se si preferisce dei fratelli Grimm o di Italo Calvino, diventava dominante: si addormentava non solo la principessa, ma tutto il castello, tutto il borgo e il letargo abbracciava con lunghe ombre ogni cosa, diveniva assorbente pervadendo di grigiore bocciodromo e dintorni. Nel segreto delle loro case gli attori d’innumerevoli partite s’ingegnavano a lasciar correre la fantasia, essendo stati privati del dono di raccontare le storie, gli avvenimenti: potevano gonfiarli a dismisura con il passare dei giorni, li narravano a loro stessi, non avevano uditorio, le parole, se pronunciate, precipitavano come ciottoli sul lastrico, facendo un rumore strano, come fossero prodotte da qualcosa di sovraumano. Che facevano? Aspettavano il principe, che passati i cento fatidici anni, avrebbe destato la principessa con un bacio, naturalmente.
Sono passate settimane, mesi, finalmente è arrivato, il principe. Si riapre il 01 giugno in Lombardia, gli altri italiani hanno già iniziato il 25 maggio. Si riapre: a quali condizioni? Molta confusione, arrivano le linee guida che generano parecchi dubbi per la loro complessità … La primavera, è noto e fa parte della cultura popolare, è la stagione delle piogge, è il momento del risveglio della natura e l’acqua è elemento vitale, s’ingrossano fiumi, torrenti, le rive dapprima sono sfiorate dalle acque, poi sono gradualmente sommerse fino a interessare gli argini. Ma non solo le acque scorrono negli alvei: talvolta scorre anche il ridicolo.
“Galeotto fu l’articolo e chi lo scrisse!” – si passi la licenza di trasformare un libro in un articolo – Dante imperversa si sa, è il nostro sommo poeta, la sua Commedia ha attraversato la vita di tutti gli studenti del nostro Paese, si possono ignorare alcune fra le più affascinanti pagine della sua opera? Il dramma di Paolo e Francesca, che si scambiano un bacio tremante leggendo dell’amore fra Lancilloto e Ginevra e vanno incontro all’atroce vendetta di Gianciotto Malatesta è solo un espediente – sia concesso – per ricordare quanto scritto agli albori di marzo: «Sembra però che la prescrizione di far mettere la mascherina alle bocce sia decaduta, ma prenda sempre più forza quella di far immergere, prima di ogni giocata, il panno per pulirle in una soluzione di amuchina. La cosa appare di difficile attuazione – il secchiello con il liquido dove va messo? -, anche per il rifiuto delle bocce che non amano sentirsi bagnare. E se poi loro viene un raffreddore?».
Ironia di allora? Non tanto, quasi profezia, dato che ora per riprendere a praticare lo sport delle bocce occorre sanificarle tutti i giorni, prima dell’inizio e alla fine della seduta di allenamento. Non solo loro, ma anche il pallino, i misuratori e i panni che si usano per ripulirle dai granelli di sabbia del campo, senza dimenticare altre prescrizioni categoriche. Da qui le perplessità dell’intero mondo boccistico. Ma la passione che questo sport suscita è feroce, un appassionato sarebbe capace di rinunciare a tutto, ma non a conquistare una corsia con altri ammalati di passione come lui per iniziare quelle meravigliose, interminabili tenzoni, costellate da discorsi semplici, saturi però del piacere del contatto umano, pur dovendo accettare norme discutibili aventi lo scopo primario di evitare qualsiasi rischio legale.
Così, quasi ultima rispetto a tutte le bocciofile che gravitano nel Comitato di Varese – le lungaggini burocratiche sono ormai la triste norma -, anche la “Bederese” ha ripreso venerdì 26 giugno. Manca solo Ternate, ma siamo certi che il presidente Zonca stia scalpitando e trattenere i purosangue è difficile, molto difficile.
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