Scola, il “colpo” che può spingere Varese in una nuova dimensione
L'argentino è una star riconosciuta del basket mondiale per i suoi successi e la sua esperienza in Europa e in NBA. La società ha un'occasione irripetibile per salire di livello
La firma di Luis Scola sul contratto che lo legherà alla Pallacanestro Varese, almeno per la stagione 2020-21, non può essere comparata a nessuna di quelle che l’hanno preceduta o che la seguiranno. L’ingaggio di un giocatore del genere, infatti, riporta dopo tanti anni la società biancorossa sotto riflettori internazionali: è difficile ricordare qual è stato l’ultimo “colpo” di questa portata a livello mediatico, messo a segno da un club che ha sì fatto la storia del basket europeo ma che da tanto tempo non ha la forza economica né quella tecnica per richiamare giocatori di livello assoluto. Forse, l’unica mossa simile riguarda proprio un connazionale e “mentore” di Scola, ovvero Ruben Magnano, il coach dell’albiceleste che vinse l’oro olimpico 2004 e che poi allenò a Masnago tra il 2004 e il 2007, quando fu silurato con poco tatto, scarza eleganza e ancor meno risultati (dopo di lui, la Cimberio retrocedette in A2).
Un po’ di fortuna, condita da una bella dose di audacia e abilità, hanno invece permesso di portare a casa un atleta leggendario, capace a 39 anni di trascinare l’Argentina al secondo posto mondiale (nello scorso settembre) e di portare in dote una carriera fatta di tante medaglie internazionali (compreso quell’oro olimpico) e di un’esperienza solidissima in NBA e in Europa, dove sbarcò ragazzino prima di diventare un’icona del Baskonia.
Con Scola in quintetto, si vedrà una Openjobmetis un po’ diversa da quelle recenti, perché il totem argentino ha senza dubbio nelle corde sia il gioco in post basso, sia la conclusione da lontano, qualità che non erano nei bagagli tecnici dei pur ottimi Cain e Simmons, i pivot titolari delle ultime tre stagioni. Ma a questo ci penseranno Caja e i suoi collaboratori come hanno fatto e faranno con tutti i giocatori, normali, scarsi o speciali che siano.
La partita “in più” che permette di disputare Scola è quella del coinvolgimento, dell’engagement globale, un aspetto che non può essere sottovalutato al giorno d’oggi. Il lungo sudamericano porta in dote, banalmente, 190mila followers su Instagram (contro i 14.400 della Pallacanestro Varese, i 95mila dell’Olimpia Milano che è la squadra italiana più seguita o i 42mila di Eric Maynor per restare a un cestista biancorosso che ha giocato “per davvero” in NBA). E poi c’è una rassegna stampa che nei giorni scorsi ha toccato le due sponde dell’Atlantico, in particolare l’Argentina e la Spagna (Clarin e Marca tanto per citare due quotidiani i cui articoli sono rimbalzati anche da noi). Situazioni che la Pallacanestro Varese non ha mai esplorato su questi numeri, perché quando dominava l’Europa o quando disputava il McDonald’s Open certe dinamiche non esistevano ancora, basti pensare che nel ’99 internet era agli albori e non era ancora nelle case del grande pubblico.
Negli uffici di piazzale Gramsci, intanto, l’attesa è alta: la priorità è stata ovviamente la firma sul contratto a livello sportivo, ora è necessario iniziare a valutare anche quello commerciale. Nei primi giorni, quando la notizia della trattativa con Scola è diventata sempre più solida, a farsi sentire (almeno a voce) sono stati anzitutto gli sponsor-tifosi, quelli già legati per affetto alla società. Ma il tavolo su cui Pallacanestro Varese può giocare la “carta Scola” dovrà essere anche quello internazionale (leggi: le aziende che vogliono o devono stare sul mercato argentino o spagnolo, e per questo cercano un volto importante). Poi, chiaramente, c’è anche il piano legato a botteghino e merchandising, anche se per biglietti e abbonamenti tutto deve sottostare alle regole anti-Covid in continua evoluzione.
Insomma, dall’annuncio di quest’oggi, dalla più importante “bomba di mercato” dell’ultimo ventennio (o forse più), passa anche un processo di crescita che può risultare molto interessante per l’intero mondo della Pallacanestro Varese. Non sfruttare la situazione sarebbe un delitto, cavalcarla può invece davvero un fattore di crescita per tutto ciò che è legato alla società sportiva più importante del territorio.
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