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Covi, obiettivo vittoria: “Corro in una squadra forte, saprò guadagnarmi spazio”

Il 22enne corridore di Taino è in forza allo UAE Team Emirates dell'ultimo vincitore del Tour, lo sloveno Pogacar. "Primo obiettivo, andare sempre forte". Domenica 31 gennaio a Marsiglia l'esordio in gara

alessandro covi ciclismo 2021 uae team emirates

Iniziare a vincere. L’obiettivo finale di Alessandro Covi per il 2021 è chiaro, dichiarato ma anche difficile: il corridore di Taino, passato professionista all’inizio della scorsa stagione tornerà a vestire la maglia dello UAE Team Emirates, la squadra (del World Tour) che ha fortemente creduto in lui fin da quando era un ragazzino ma che, allo stesso tempo, ha in organico numerosi campioni tra i quali non è semplice svettare e avere occasioni per brillare.

Covi, 22 anni, però accetta di buon grado la sfida dopo aver già mostrato numeri importanti anche tra i “pro”: nel 2020 ha ottenuto un secondo posto in volata nel Giro dell’Appennino e ha rischiato di far saltare il banco in una Freccia del Brabante extralusso, poi vinta dal campione del mondo Alaphilippe su Van der Poel. Un’azione, quella di Alessandro, fatta di coraggio, gambe e tattica che non è passata inosservata tra chi segue con attenzione il mondo delle corse. Il cammino del giovane tainese è intanto ripartito dal medio oriente, con un ritiro negli Emirati Arabi all’insegna del caldo e della preparazione, in vista dell’esordio in corsa di domenica 31 gennaio a Marsiglia.

Alessandro, prima di tutto ci parli del lavoro svolto negli Emirati

«Siamo stati in due diverse località. Ad Abu Dhabi è stata una tappa più dedicata agli sponsor e alle relazioni mentre quando ci siamo spostati ad Al-Ain abbiamo intensificato il lavoro in bicicletta. Lì c’è una sola salita ma è impegnativa e interessante (il Jebel Hafeet ndr) con circa 900 metri di dislivello. Un po’ curioso allenarsi con un solo percorso simile a disposizione, ma l’importante è che sia utile. Il clima poi aiuta: in Europa fa freddo, la si pedala con tutt’altra temperatura. Mi sono trovato bene».

Ora la prima corsa, il GP Marseillaise, una gara con diversi strappi e circa 170 chilometri da percorrere. Sarà una prova “di rodaggio” o ci andate già puntando al risultato?

«Quest’anno non si può pensare di affrontare una gara con l’obiettivo di mettere chilometri nelle gambe. La pandemia mette a rischio-cancellazione diverse corse, quindi ogni competizione è importante, va disputata pensando a fare risultato. Basti pensare che io ho un programma di massima, ma per ora l’unica certezza è che gareggerò a Marsiglia: il resto andrà confermato di volta in volta. Noi ci presenteremo con una buona squadra in cui, credo, il capitano sarà Matteo Trentin, uno dei nuovi acquisti della stagione».

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Covi in posa con la divisa ufficiale dello Uae Team Emirates 2021

Dopo Marsiglia, cosa prevede la prima parte del 2021 di Covi?

«In teoria rimarrò a gareggiare in Francia, prima con il Giro di Provenza tra l’11 e il 14 febbraio e poi con la Parigi-Nizza nella prima metà di marzo. Tra Marsiglia e Provenza mi fermerò in Liguria per allenarmi con alcuni compagni di squadra, contando sul clima più tiepido della riviera. Speriamo sia possibile rispettare il calendario».

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A maggio c’è il Giro: la vedremo sulle strade della Corsa Rosa?

«Lo spero. Il mio nome è tra quelli in lista per disputarlo e se va tutto bene potrei esserci».

Sarebbe la sua prima esperienza in una corsa di tre settimane. Sta già pensando a come si affronta un impegno del genere?

«No. O meglio: se penso al Giro so già che sarà una emozione speciale partecipare alla corsa. Per il resto però non voglio complicarmi la vita pensando troppo a come affrontarlo. Non voglio stressarmi, preferisco scoprire le cose, adattarmi, capire cosa è meglio di giorno in giorno».

Quale sarà l’obiettivo personale per il 2021?

«Innanzitutto voglio fare bene, andare forte, con continuità anche se poi l’obiettivo vero è quello di riuscire a vincere. Non mi interessa una gara in particolare, la mia volontà è quella di centrare un successo. Corro in una squadra molto forte, con diversi capitani, però credo che se andrò forte potrò crearmi uno spazio per giocare le mie carte».

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A proposito della squadra: un paio d’anni fa il Team UAE disputò una stagione sottotono, sbagliando anche qualche scelta. Ora invece è “rimbalzata” verso l’alto, specie dopo il Tour de France vinto da Pogacar. Come si trova in questo contesto?

«Molto bene: il UAE Team Emirates è una grande squadra con una dirigenza attenta a non farci sentire alcuna pressione. Abbiamo alle spalle una grande organizzazione e un rapporto che non ci coinvolge solo come atleti ma anche come persone. L’ultimo ritiro negli Emirati è stata per me una ulteriore conferma in questo senso».

Lo scorso ottobre lei doveva partecipare alla Vuelta ma è stato fermato dal covid-19. La malattia le ha lasciato qualche “eredità” sgradita?

«Una volta guarito non ho avuto problemi fisici. Mi è rimasto solo un po’ di mal di testa nei giorni successivi al mio tampone negativo, però tornare all’aria aperta mi ha aiutato a togliermi anche quel fastidio. Ancora oggi invece, talvolta, mi calano gusto e olfatto ma si tratta di una cosa leggera».

Correva l’anno 2008: VareseNews e i Mondiali di ciclismo

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it
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Pubblicato il 29 Gennaio 2021
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