Perché il Trofeo Binda 2022 è stata una gara storica per il ciclismo femminile italiano
Mai il ciclismo nazionale aveva raggiunto risultati così importanti nella corsa di Cittiglio, la più importante d'Italia. Così le azzurre hanno ripagato la passione e la professionalità della Cycling Sport Promotion e di Mario Minervino
Domenica 20 marzo si è disputata, con partenza da Cocquio Trevisago e arrivo a Cittiglio, la 23a edizione del “Trofeo Binda”, gara di ciclismo femminile che dal 1999 ha ereditato la tradizione delle corse disputate dalle donne (la prima nel 1974) nel paese natale di Alfredo Binda e che ha trasformato questo appuntamento sportivo in un evento di respiro internazionale.
Negli anni il “Trofeo Binda” è divenuto via via più importante: il suo inserimento nel calendario del World Tour femminile ne fa una delle due sole gare italiane di questo livello: l’altra è la “Strade Bianche” di Siena che però è più giovane, fa da corollario alla prova maschile e viene organizzata dal colosso RCS Sport. Non è quindi azzardato parlare del “Binda” come della più importante “classica” dedicata alle donne che si corre nella nostra nazione e il merito di tutto ciò va alla Cycling Sport Promotion, la società diretta dal patron Mario Minervino.
Minervino è di Caravate, prima di gestire il “Binda” aveva portato il Gran Premio Inda – disputato nel suo paese – a essere una gara di rilevanza internazionale in ambito giovanile (tra i vincitori anche il futuro campione d’Italia, Giovanni Visconti e lo spagnolo Igor Astarloa, poi campione del mondo) e soprattutto è divenuto con gli anni un dirigente noto anche in campo internazionale in ambito femminile. L’edizione 2022 della “sua” gara, in un certo senso, ne ha definitivamente certificato lo spessore internazionale perché mai come questa volta il movimento tricolore si è espresso a così alto livello nella corsa di casa. Vediamo quindi i motivi per cui il “Trofeo Binda” di quest’anno è stato così speciale.
L’IRIDATA BALSAMO
Innanzitutto, la corsa di Cittiglio è stata vinta dalla campionessa del mondo in carica. E il fatto che sia un’italiana non fa che accrescere il valore. Elisa Balsamo, cuneese, era tra le favorite in caso di arrivo in volata ristretta e non ha tradito le attese completando il gran lavoro fatto dalla sua squadra, la Trek-Segafredo, considerata alla vigilia la più attrezzata per gestire la corsa. Balsamo è la terza atleta a vincere il “Binda” con addosso la maglia iridata: prima di lei la tedesca Regina Schleicher nel 2006 e la britannica Elizabeth Deignan nel 2016.
DA ELISA A ELISA
Dopo la vittoria di Fabiana Luperini datata 2000, le atlete italiane non avevano mai vinto il “Binda” sino all’arrivo di Elisa Longo Borghini che ruppe il dominio straniero una prima volta nel 2013. Mai però due azzurre erano riuscite a trionfare a Cittiglio in due edizioni consecutive, fino a oggi: Balsamo infatti ha bissato il successo ottenuto nel 2020 dalla stessa Longo Borghini. In questa stagione le due sono compagne di squadra appunto nella Trek-Segafredo.
PODIO TUTTO AZZURRO
Non solo la vittoria, anche il podio è stato per tanti anni stregato per le atlete italiane e questo “problema” si è ripetuto anche negli anni in cui le azzurre vincevano il campionato del mondo (prima di Balsamo, negli ultimi vent’anni, l’iride è stato conquistato da Marta Bastianelli, da Tatiana Guderzo e due volte da Giorgia Bronzini). Nel 2022 anche questo incantesimo è stato spazzato via: prima Balsamo, seconda Sofia Bertizzolo (24 anni del team UAE), terza Soraya Paladin (28enne della Canyon Sram). Del resto, mai come quest’anno le azzurre occupavano posti di rilievo in molte delle squadre più forti iscritte alla corsa, come avevamo spiegato in QUESTO articolo.
L’Italia torna a vincere “Piccolo Trofeo Binda” con Francesca Pellegrini
JUNIOR ED ELITE, DOPPIETTA AZZURRA
Da diversi anni la gara principale è preceduta da quella giovanile denominata “Piccolo Trofeo Binda” e abbinata ora alla sponsorizzazione della Comunità Montana Valli del Verbano. La corsa di categoria Junior fa parte anche del calendario della Coppa delle Nazioni e per questo richiama numerose formazioni da tutto il mondo. Anche qui l’Italia ha fatto la parte del leone con la vittoria della bergamasca Francesca Pellegrini davanti a Michela De Grandis. Le azzurrine non vincevano a Cittiglio dal 2015 (con la già citata Bertizzolo) e naturalmente non era mai avvenuta una doppietta italiana tra juniores ed elite come invece accaduto quest’anno.
Pogacar ritratto da Franco AresiPOGACAR E VIVIANI, “BIG” A CITTIGLIO
Al di là della corsa, non si può non rimarcare la presenta a “Stì” di due superstar del ciclismo maschile come Elia Viviani e soprattutto Tadej Pogacar, il vincitore degli ultimi due Tour de France e della recente Tirreno Adriatico. Lo sloveno è fidanzato con la connazionale Urska Zigart, l’olimpionico veronese con l’azzurra Elena Cecchini, quinta sul traguardo.
Non c’era invece quest’anno il pilota di Formula Uno Valtteri Bottas (impegnato nel primo GP stagionale con l’Alfa Romeo), in passato presente per sostenere la fidanzata Tiffany Cromwell. Quest’ultima, stavolta, non era tra le iscritte.
A MARGINE, LA GESTIONE DELL’INCIDENTE DI CASTELLO CABIAGLIO
La corsa valcuviana è stata suo malgrado coinvolta in una notizia di cronaca, un incidente stradale piuttosto serio (ma estraneo alla gara) avvenuto a Castello Cabiaglio poco prima del passaggio delle atlete. Anche in questo caso l’organizzazione della Cycling Sport Promotion ha retto bene il momento di difficoltà: la corsa è stata “congelata” (tre atlete al comando con 30″ di vantaggio sul gruppo) e la carovana è stata fatta scendere dal Brinzio sino a Cassano Valcuvia. Ristabilite le condizioni di sicurezza la direzione di gara ha dato l’ok alla variazione di percorso e fatto ripartire la competizione senza creare ulteriori problemi a parte un ritardo fisiologico sulla tabella di marcia e un accorciamento dei chilometri di corsa. Ma l’emergenza è stata gestita a puntino confermando un’architettura organizzativa di primissimo piano.
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