“Serve più spazio per le barche alla Schiranna”: sul Lago di Varese cresce anche la vela
Il presidente della sezione della Lega Navale, Michele Ferraioli, spiega: «Bella convivenza per la canottieri, il lago è ideale per il nostro sport. E vorremmo tornare ad avere una base sul Maggiore»
Sul lago di Varese a vele spiegate, e non soltanto a remi. In occasione del prossimo fine settimana del 30 aprile e 1° maggio, in concomitanza del “Vela Day” organizzato in tutto il Paese dalla Lega Navale Italiana (LNI), gli scafi spinti dal vento saranno al centro delle attività sulle acque del lago dove le barche a vele vantano una presenza storica e continua seppure meno nota rispetto agli armi del canottaggio.
A promuovere le iniziative veliche è la sezione varesina della LNI che nel weekend aprirà la propria sede della Schiranna e metterà a disposizione di sportivi, curiosi e simpatizzanti la possibilità di una uscita in barca, di un colloquio con velisti esperti e personale qualificato della LNI o anche di una prova a terra su un simulatore. Ovvero una imbarcazione a vela di dimensioni reali sulla quale si può provare a timonare sotto la spinta di un vento artificiale.
«La Lega Navale è attiva a Varese sin dagli anni Sessanta – racconta Michele Ferraioli, presidente dell’associazione ma anche memoria storica della stessa – prima con una sede alla Brunella e poi con quella della Schiranna dove abbiamo sempre convissuto con la Canottieri Varese alla quale siamo legati da rapporti cordiali, tanto che da parte nostra abbiamo sempre evitato di dare vita ad attività remiere come invece la LNI svolge altrove. Il Lago di Varese però è adatto anche allo sport velico: i venti lievi o moderati permettono di essere adatti a navigare ma anche a svolgere corsi di formazione per il nostro sport».
Quando la Canottieri ampliò la proprio attività con la costruzione della palestra, venne trovato un accordo a tre (con LNI e Comune) per ospitare le barche a vela in uno spazio della ex Aermacchi che allora era nella disponibilità comunale. «Tra il 2008 e il 2020 la nostra associazione ha avuto una base anche sul Lago Maggiore, in particolare sino al 2019 presso la caserma asburgica di Laveno: un luogo votato alla vela (in passato fu sede di un altro circolo, l’AVEV) che abbiamo dovuto lasciare quando i muri sono stati venduti a un nuovo proprietario. Ci siamo poi sposati per un anno a Ispra ma per il momento abbiamo dovuto lasciare le sponde del Verbano e così i nostri soci hanno dovuto portare a Varese tutte le barche. Per questo motivo, oggi servono nuovi spazi per ospitare gli scafi e consentire la nostra attività senza intralciare quella della Canottieri».
Per trovare una soluzione, i vertici della Lega Navale di Varese hanno già coinvolto il Comune e un incontro con il sindaco è imminente. Un’idea è quella di gestire una porzione del Parco Zanzi, e l’associazione del presidente Ferraioli è disponibile anche a farsi carico di una parte delle spese per mettere in pratica un eventuale accordo. «Voglio sottolineare di nuovo e chiaramente il fatto che a noi fa piacere che sul lago di Varese ci sia una grande attività remiera: in occasione delle regate la vela ferma le proprie attività, mentre al di fuori delle gare l’attraversamento del campo di regata non rappresenta un problema. Il bacino è grande e consente a tutti di svolgere il proprio sport: quel che oggi a noi preme è avere uno spazio adeguato, così da dare modo a chi lo desidera di praticare una disciplina ecologica e affascinante come la vela».
La sezione della LNI Varese attualmente conta una novantina di soci ma oltre alla Schiranna ha intenzione di tornare anche sul Lago Maggiore. «Siamo l’unica sezione della Lega in provincia ed è importante secondo me tornare anche sulla sponda lombarda del Verbano, anche perché in Piemonte c’è grande attenzione verso l’attività della nostra associazione che è un ente pubblico e non un circolo privato – prosegue Ferraioli – L’esempio è quello di Meina e Arona, dove ci sono due sezioni LNI molto importanti. In questi mesi diverse persone si sono adoperate per avere un contatto con i paesi che si affacciano sul Lago Maggiore ma per il momento non abbiamo avuto risposte concrete: speriamo di poter trovare un luogo dove poter portare la nostra attività come abbiamo fatto a lungo a Laveno».
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