Non è da tutti centrare la prima vittoria in carriera in una gara valida per il massimo palcoscenico internazionale. Chi ci riesce ha qualcosa in più, e Shirin van Anrooij non fa eccezione: ad appena 21 anni l’olandese ha centrato il successo nel Trofeo Binda, valido per il Women’s World Tour di ciclismo, e da oggi in poi quando le si nominerà “Cittiglio”, il suo sorriso sarà ancora più luminoso.

In sala stampa, meno di un quarto d’ora dopo aver firmato la corsa, van Anrooij non smette di gioire: «Non pensavo proprio di vincere anche perché la mia stagione su strada è iniziata pochi giorni fa, alla Nokere in Belgio. Vincere alla seconda gara dell’anno non era davvero in programma: sono venuta qui per aiutare Elisa (Balsamo ndr) e le altre mie compagne, poi però la fuga è andata bene».

La sua azione è durata quasi due giri del circuito finale perché van Androoij è scattata sul Casale, in avvio della penultima tornata. «Con me all’inizio c’era Niewiadoma, poi in discesa ho attaccato e credo che la mia esperienza nel ciclocross mi sia servita».

La 21enne olandese sottolinea anche come abbia affrontato i chilometri decisivi: «Non so dire quale è stato il momento più difficile della fuga perché sentivo di avere tanta adrenalina in corpo in quel momento. Forse è stato sull’ultima salita quando sapevo che il distacco si era ridotto, però poi è rimasto tale: sono felicissima, non pensavo davvero di poter vincere così, alla seconda corsa della stagione».

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