Era lo scapolo d’oro dello sport italiano, Alfredo Binda, sino a oltre il termine della sua carriera. Era lo scapolo d’oro, il campionissimo del ciclismo, fino a quando incontrò Angela Ambrosetti, varesina e molto più giovane di lui: Alfredo era nato a Cittiglio nel 1902, “Lina” invece era nata nel ’29 ma la differenza d’età non pesò in quella storia d’amore.

Angela, che sposò Binda nel 1951, se n’è andata domenica sera all’età di 94 anni ed è stata custode fino all’ultimo della memoria del marito, capace di essere grande tanto in bicicletta, (tre Mondiali, cinque Giri, quattro Lombardia, due Sanremo…) quanto in ammiraglia con i Tour vinti alla guida della Nazionale con Coppi, Bartali e Nencini.

Un addio doloroso ma sereno, con accanto la famiglia a partire dalle figlie Lauretta e Marta e a proseguire dai nipoti che ancora oggi, nelle occasioni pubbliche, rappresentano la figura di Binda e ne portano orgogliosi il ricordo. Proprio lo scorso ottobre in occasione dell’inaugurazione della “Dinamo Cuvi Climb” (la salita che sale al Cuvignone), la signora Angela era tornata a Cittiglio e si era fatta fotografare con il nuovo cartello segnaletico dedicato ad Alfredo Binda (foto in apertura), a pochi passi dalla casa di famiglia che si trova sulla prima rampa della salita.

«Una persona squisita, elegante e sempre sorridente – la ricorda oggi Rossella Magnani, sindaco di Cittiglio – che ha saputo rimanere il perno della propria famiglia, anche ora che era diventata bisnonna. Sarà una mancanza per tutte le persone che le hanno voluto bene».

I funerali si terranno giovedì mattina a Milano, poi la salma sarà trasportata a Cittiglio per essere tumulata nel cimitero del paese, accanto a quella del marito. Alle figlie e alla famiglia, le condoglianze della redazione di VareseNews.