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Gabriel Soares cerca l’impresa nell’ultimo ballo del “doppio pesi leggeri”

La barca simbolo del Varesotto (Luini, Micheletti, Cesarini) uscirà dal programma olimpico dopo Parigi. Per questo il "brasiliano di Besozzo" vuole lasciare il segno: «Io e Oppo abbiamo lavorato tanto: ora ci proviamo»

gabriel soares canottaggio

Se dovessimo scegliere una imbarcazione-simbolo del canottaggio varesino, almeno nel nuovo secolo, la nostra decisione ricadrebbe senza alcun dubbio sul doppio pesi leggeri. L’argento a Sidney (e i titoli mondiali) di Elia Luini, le medaglie internazionali di Andrea Micheletti, il meraviglioso oro di Federica Cesarini a Tokyo sono le “prove” dell’importanza di questo equipaggio per la “Contea dei Laghi”.

Purtroppo però i “pesi leggeri” e le relative barche sono al crepuscolo e usciranno dal programma olimpico dopo Parigi: per questo l’ennesimo atleta di casa nostra è pronto a onorare fino in fondo la storia del doppio “light”, magari portandolo sul podio. Gabriel Soares, classe ’97, partirà per la capitale francese con un grande obiettivo condiviso con il compagno di imbarcazione, il sardo Stefano Oppo. Nato in Brasile, arrivato a 8 anni in Italia, Soares vive da anni nel Varesotto – prima a Daverio, ora a Besozzo – e in questo 2024 ha vinto la classifica della Coppa del Mondo di specialità e l’argento agli Europei: ora va alla ricerca del risultato più prezioso.

Gabriel, manca ormai una manciata di giorni all’accesione della fiaccola olimpica. Quali sono le condizioni del vostro equipaggio?
«Ci sentiamo bene: ogni giorno avvertiamo di stare un po’ meglio di quello precedente perché, dopo una preparazione lunga e dura, ora siamo in una fase di scarico dove abbiamo tempo di riposare di più. E dopo anni in cui prepariamo l’appuntamento siamo felici e motivati al punto gisuto».

Parigi sarà l’ultimo ballo per i “pesi leggeri”: una responsabilità in più per gli atleti della vostra categoria.
«Sappiamo di avere le ultime carte da giocare, prima che i PL vengano esclusi dal programma dei Giochi ma questo ci dà una motivazione ancora più grande. Vale per tutti: i giovani sanno di avere un’unica “cartuccia” da sparare, i più esperti sanno di non poterci riprovare in futuro. Insomma, c’è un pizzico di fremito in più del solito».

Da parte sua, proseguirà con il canottaggio?
«Sì, di certo la mia attività agonistica non si fermerà. Probabilmente proverò a continuare con il canottaggio classico, altrimenti valuterò la nuova disciplina del beach sprint rowing (partenza di corsa, tratto a remi di circa 500 metri tra andata e ritorno, arrivo in spiaggia ndr) a cui molti PL stanno già aderendo. Prima però, pensiamo a Parigi».

Dal Brasile a Besozzo: qual è stato il suo percorso?
«Sono nato a Iguaçu e da bambino mi sono trasferito in Italia con la famiglia. Siamo andati a Bellagio dove ho iniziato a fare canottaggio, poi il mio tecnico Franco Sancassani (leggenda dei pesi leggeri azzurri ndr) mi fece entrare nel centro giovanile della Marina Militare a Pusiano. Poi ci siamo spostati nel Varesotto per essere più vicini al lavoro di mio padre in Svizzera e da anni mi sono stabilito qui, in una delle patrie del canottaggio italiano».

gabriel soares canottaggio
Oppo e Soares subito dopo la vittoria in Coppa del Mondo a Lucerna (foto Perna/canottaggio.org)

Lei e Stefano Oppo vivete ormai in simbiosi da anni: che tipo di rapporto si è instaurato tra voi?

«Direi che è un rapporto molto buono, perché siamo entrambi persone equilibrate e pazienti. Sappiamo motivarci a vicenda ma ormai capiamo anche quando è il momento di venirci incontro, di mediare. Siamo esigenti verso noi stessi e verso l’altro e questa caratteristica ci ha fatto migliorare con il passare del tempo, dopo che a fine 2022 abbiamo iniziato a fare coppia fissa in barca».

Il doppio PL dell’Italia è stato caratterizzato dai varesini: prima Elia Luini e poi Andrea Micheletti lo hanno portato alle Olimpiadi. Capita di confrontarsi con loro?
«Mi succede più spesso con Elia che incontro sovente alle regate ed è uno che qualche consiglio lo regala sempre. Andrea è più riservato e lo vedo meno, ma è un altro che dava volentieri una mano quando ci allenavamo insieme. Di certo sono stati due grandi campioni che mi hanno trasmesso tanto: bastava osservare le loro gare per capire dove e come avrei potuto migliorare il mio canottaggio».

La domanda delle domande: qual è l’obiettivo di Soares e Oppo a Parigi?
«Dopo anni di lavoro dobbiamo provarci: l’obiettivo è la vittoria perché abbiamo sia la possibilità sia la capacità di ottenerla. E poi, se punti al massimo ma non vinci, puoi comunque concorrere per una medaglia. Resto un po’ scaramantico, però l’obiettivo è quello».

Primi in Coppa del Mondo, secondi agli Europei. Chi sono i vostri avversari principali?
«In Coppa abbiamo vinto le due regate disputate, a Varese e Lucerna mentre agli Europei siamo stati battuti dalla Svizzera di Schaeuble e Ahumada, è un equipaggio molto forte perché sono bravi, giovani e costanti. Ma in quella regata io non stavo bene e siamo comunque riusciti a prendere l’argento. Poi è pericolosa l’Irlanda (McCarthy, O’ Donovan) a cui si aggiungono altre barche che possono puntare in alto: Francia, Cechia, Grecia. Tanti, insomma, per tre medaglie».

GABRIEL SOARES
Disciplina: Canottaggio
Specialità: Doppio pesi leggeri maschile
Nata: 22 gennaio 1997 a Iguaçu (Brasile)
Provenienza: Besozzo
Società: Marina Militare
Olimpiadi disputate: esordiente

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Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it
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Pubblicato il 19 Luglio 2024
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