Cacciari e Reale a confronto sull’uomo politico
Centro Culturale Frontiera, Imf e Comune di Luino hanno proposto e sviluppato un dibattito che sembra uscito dalle cronache locali ma è invece pescato, niente di meno, che da La Repubblica di Platone
Centro Culturale Frontiera, Imf e Comune di Luino hanno proposto e sviluppato un dibattito che sembra uscito dalle cronache locali ma è invece pescato, niente di meno, che da La Repubblica di Platone. Frontiera si è distinta in questi ultimi mesi per una serie di incontri, svoltisi nell’azienda IMF di Gabriele Galante, di grande rilievo in grado di affrontare la vita pubblica locale e globale dell’essere umano prendendo spunto da encicliche, documenti storici, filosofia, arte, tutto in serate gratuite aperte al pubblico. L’interrogativo aperto in quest’occasione ha visto la partecipazione del filosofo Massimo Cacciari, del Prof. Giovanni Reale e del presidente di Frontiera, Roberto Radice.
Possiamo fare a meno dell’uomo politico? Questo è stato un po’ l’interrogativo del dibattito e la domanda cercava risposte in un dialogo del 390 a.c., “La Repubblica di Platone”. Un dialogo che pare scritto in contemporanea con la stringente cronaca di tutti i giorni. Al centro è la figura dell’uomo politico tracciata dallo stesso dialogo che il Prof. Reale inscena con Platone. Una serie di domanda e risposta che ha mantenuto il gusto del classico, mai trasceso proprio nella fotografia dei nostri giorni. Argomenti come la giustizia sociale, la concezione della filosofia come dialettica applicata alle regole del nostro vivere quotidiano, un progetto di una città ideale che viene governata in base ai principi filosofici sempre attuali, ecco tutto questo è stato il racconto per il quale era gradita le eco del prof. Massimo Cacciari.
Il professore veneziano non ha deluso le aspettative e con grande capacità affabulatoria ricca di pensiero contemporaneo, ha tracciato a china nera un disegno reale, assoluto, fedele dei giorni che viviamo. Non ha mai citato questo o quel politico, pur se l’argomento poteva prestarsi in diverse occasioni, l’argomento e anche la situazione di stallo in cui versa l’attuale classe politica. Parla Platone, Cacciari risponde e racconta di una città, una polis, dove regna una Costituzione decente, anche cambiata e riveduta ma vicina al popolo. Racconta di trasformazioni inevitabili e di nuove responsabilità di cui la politica deve farsi carico. Conoscere i cittadini è la base di questo lavoro, riconoscere che siamo tutti animali politici ma che altri hanno bisogno della politica in misura maggiore, hanno bisogno di migliori e maggiori risposte per i loro bisogni. Il dialogo tra il politico e chi compone la polis è il passo successivo, con tanto di contraddizione dialogica, utile e positiva per la vita della comunità. Insomma, un Cacciari in grande forma che, in punta di filosofia, racconta di un paese che vorrebbe, che forse immagina, ma che non c’è fino a che tutti non ci mettono la volontà unificatrice. Una serie di “ognuno diversi”, distinti ma non separati, che ragionano. Non automi. Alla serata ha partecipato un pubblico davvero numeroso.
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