A trent’anni cambiano vita e aprono un chiosco sul Lago Maggiore
Nicola e Simone da giugno gestiscono il Kiosk, un piccolo locale sulla spiaggia. "E' una bella soddisfazione"
«Vogliamo che quando la gente arriva qui si senta in vacanza». Nicola e Simone sono riusciti a creare un piccolo angolo alla Miami Beach: si sono rimboccati le maniche e dopo sei mesi di lavori hanno aperto ufficialmente il loro baretto sulla spiaggia.
Si trova all’ingresso di Porto Valtravaglia, appena superato il ponte della stazione ferroviaria arrivando da Castelveccana, a pochi chilometri dal centro del paese. A breve sarà segnalato da un’insegna creata con un surf, proprio come nei film. «C’è sempre qualcosa da fare ma siamo contenti».
I lavori li hanno iniziati a dicembre, dopo aver acquistato il piccolo chiosco che si affaccia sul Lago Maggiore. Hanno imbiancato le pareti, tagliato l’erba, sistemato la siepe, recuperato sedie e tavoli, tagliato tavole di legno per creare il nuovo bancone, assemblato pallet per creare i divanetti. «Una lista infinita di lavori. Dobbiamo ringraziare i tanti amici che ci hanno dato una mano e hanno passato ore insieme a noi per realizzare tutto questo» raccontano i due, «Non avevamo grandi budget da investire e abbiamo deciso di fare il più possibile con le nostre forze».
Il risultato è davvero eccellente. Lo stile non manca e l’entusiasmo si legge anche dalle piccole cose. Dalle lampade eccentriche tra i divanetti, dalla cura per i dettagli, dalle candele con conchiglie sui tavolini. «Non abbiamo esperienza in questo lavoro, per noi è una novità ma è bello».
L’idea di aprire il chioso infatti, è nata quasi per caso: «Eravamo senza lavoro e sentivamo l’esigenza di cambiare vita, di voler fare qualcosa di diverso». Entrambi hanno poco più di trent’anni, per l’esattezza 32 e 33. Simone ha esperienza come sarto e modellista nell’impresa di famiglia, è nato e cresciuto a Porto Valtravaglia. Nicola lavorava in una grossa televisione privata come videomaker, viveva a Milano ma “il paese dei Mezarat” è stata la sua meta estiva fin da bambino. «Abbiamo scoperto che il chiosco era in vendita, l’abbiamo preso. Non abbiamo esattamente capito cosa ci stava succedendo finchè non l’abbiamo aperto».
Un mese e poco più di attività non possono regalare bilanci economici ma umani si: «Il contatto con le persone, la possibilità di stare in mezzo alla natura, avere davanti un panorama come questo sono cose molto belle. E poi, è un bel modo per rimettersi in gioco, ti permette di avere grandi soddisfazioni personali ed è bello vedere che quella che era una tua idea iniziale diventa realtà».
La metropoli e le grandi aziende restano un ricordo lontano per Simone e Nicola che fino alla fine di ottobre saranno impegnati al lido, «dopo si vedrà. Intanto ci viviamo questo. Le persone ci fanno i complimenti, è un posto che piace a tutti».
La piccola spiaggia affianco al locale, quella di Punta Molino, è un’occasione in più per vivere il locale durante tutta la giornata. Il chiosco apre alle dieci e mezzo con i caffè, si continua a pranzo con panini e bruschette, si continua fino a notte fonda con gli aperitivi.
«Ci piace vedere ai tavoli persone di tutte le età. Vogliamo che sia un posto dove passare piacevoli giornate». E’ anche per questo che si sono muniti di sdraio e kayak da noleggiare. «E pensare che questo posto una volta lo gestiva mio nonno» continua Simone, «Quando l’ho preso non ci ho pensato, mi è venuto in mente dopo. Erano gli anni ’70 e c’era anche una piccola pista da ballo. Ci organizzava anche le sfilate di moda, era soprannominato “Bar Cina”, in realtà si chiamava piccolo Nido. Ho riportato qui una statua che avevo a casa e che, ai tempi, era parte del locale».
Nicola e Simone racconto questa avventura mentre si fa ora di pranzo e il locale inizia a riempirsi, i clienti si avvicinano al bancone e le macchine di passaggio suonano i clacson in segno di saluto: «ci conoscono già» spiegano. Ma perchè decidere di investire in un piccolo paese, alla vostra età? «Vogliamo far rivivere questo posto, è il luogo dove siamo cresciuti e ha un potenziale turistico enorme. E poi, ognuno deve trovare la sua strada, fare quello che si sente di fare».
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