Dopo quarant’anni “salta” il giovedì grasso della Marna
La storica festa di Carnevale che radunava ogni anno centinaia di giovani e meno giovani, della zona quest'anno sarà in discoteca per "motivi tecnici"
Il giovedì grasso della Marna di Sesto Calende, una delle feste di Carnevale più conosciute e frequentate del Basso Verbano, si trasferisce in discoteca. Quella che può sembrare una normale comunicazione di servizio, “per motivi tecnici“, è in realtà una vera notizia, o almeno uno di quei cambiamenti che fanno pensare alla fine di un’era.
Sì, perché la festa nel locale in riva al Ticino era un po’ come quegli appuntamenti comandati dove ci si ritrova – giovani e meno giovani – da tutti i comuni dei dintorni. Una festa in maschera, alla buona, con musica e tanta voglia di divertirsi in modo goliardico in pieno stile carnevalesco ma forse anche un’alchimia abbastanza difficile da replicare altrove.
Ad Alberto Quaglini, storico presidente del Circolo Sestese, abbiamo chiesto a cosa sono dovuti i “motivi tecnici” di cui si fa cenno: «La Marna allo stato attuale purtroppo non si presta più per questo tipo di eventi – spiega -. Dobbiamo pensare che alla festa arrivano in media dalle settecento alle mille persone e purtroppo ad oggi non è possibile ospitarle. Personalmente sono molto dispiaciuto per questo spostamento, ho cercato delle soluzioni alternative ma si rischiava di incorrere in costi troppo elevati. Abbiamo dunque optato, almeno per quest’anno alla festa in discoteca (sarà il 7 marzo al Gilda di Castelletto Ticino) pur sapendo che sarà una cosa diversa».
Il giovedì grasso alla Marna è una tradizione sestese iniziata alla fine degli anni Settanta e da quel salone, travestite nei modi più bizzarri sono passate diverse generazioni. È anche uno di quegli appuntamenti che, una volta terminati, fa rimpiangere che non ci siano più spesso occasioni simili e fa riflettere sulla mancanza di luoghi di ritrovo alternativi per i più giovani.
Non resta che chiedersi se, quella per “motivi tecnici” sarà solo una pausa oppure la fine di una bella tradizione? «Io voglio essere ottimista – conclude Quaglini -. Aspettiamo la Nuova Marna e contiamo di vincere il bando e continuare con iniziative come queste a cui tutti siamo legati».
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