“Così ho fotografato la cometa di Neanderthal dal Mottarone”
Il fotografo Emanuele Santagostino spiega le tecniche utilizzate per individuare il corpo celeste e realizzare lo scatto che abbiamo scelto come "Foto del giorno"
La cometa di Neanderthal in tutto il suo splendore immortalata dal Mottarone. L’autore della fotografia, che è anche la “Foto del giorno” di oggi di VareseNews e VerbanoNews è il fotografo Emanuele Santagostino.
«Lo scatto é stato eseguito la notte del 29 gennaio sulla cima del Mottarone dopo il tramonto lunare di modo da avere meno inquinamento possibile. In quel periodo purtroppo le condizioni meteo non aiutavano ed erano sempre presenti delle velature. Vedendo che a ovest rispetto a dove sono io il cielo era limpido ho deciso di dirigermi proprio verso il Lago Maggiore. La cometa – precisa Santagostino – non é mai stata visibile a occhio nudo salvo forse condizioni perfette di cielo e di buio ma comunque era difficile da scorgere ed era necessario un binocolo o piccolo telescopio o ancora appunto una macchina fotografica con un tele o medio tele».
«Io ho usato sulla mia Sony alpha a 7 un 70-300mm – prosegue l’autore della foto -. In questo scatto per la precisione ero a 200mm, non ho spinto troppo la focale per avere più margine di secondi di esposizione siccome più isoli e più il movimento delle stelle e dei corpi celesti come le comete sono più sensibili e percettibili. I secondi usati per ogni singolo scatto sono circa 15, avevo la fortuna di poter esporre maggiormente la luce della cometa siccome questa era quasi circumpolare e anche se é più rapida rispetto alle stelle in sfondo era comunque più immobile. Il segnale per una sola foto non era ottimale e presentava molto rumore, il mio tele ha un’apertura di diaframma ridotta a 200mm (5.6) e quindi ho dovuto compensare con gli ISO che però inevitabilmente generano rumore casuale sul sentire di luminanza notturna. (senza tenere conto degli hot pixel). Per ovviare il problema dello scarso segnale luminoso e del rumore ho effettuato diversi scatti (10) per poi fonderli insieme con un programma dedicato per questo genere di fotografia. La direzione della stella al momento dell’acquisizione era verso la stella polare un po’ più bassa e scostata a est poi ovviamente si sposta».
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