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Boom di turisti all’eremo, ma non c’e’ spazio per tutti

Il primo marzo ha riaperto con l’orario pieno l’ascensore nella roccia. Il limite teorico è quello di 500 persone in contemporanea ma il successo del monastero potrebbe creare problemi

Può sembrare un paradosso dire che si tema l’arrivo di troppi turisti a Santa Caterina del sasso, ma è proprio così. Questi mesi serviranno per fare una ricognizione sul numero di persone che l’eremo può accogliere contemporaneamente. I dati della provincia sono in netto aumento: 95mila ingressi nel 2009, 150mila nel 2010: più 50% e i turisti potrebbero ancor aumentare. E’ un successo, ma anche un problema. Padre Roberto Comolli, il priore dell’eremo, ha chiesto all’ente proprietario di valutare attentamente una politica di afflussi sostenibile e di non escludere, tra le ipotesi, un contingentamento degli ingressi . A giugno la Provincia farà una prima valutazione. L’aumento dell’afflusso è determinato da tre fattori: la costruzione dell’ascensore nella roccia, il nuovo porticciolo che aumenterà le corse dei battelli, la promozione turistica del luogo sui cui Villa Recalcati ha fatto un buon investimento.
Secondo i religiosi potrebbe essere utile spingere anche gli altri patrimoni religiosi della provincia come la Badia di Ganna, il chiostro di Voltorre, il monastero di Cairate, per distribuire almeno il turismo di stampo confessionale. Un piano di sistema su cui l’assessore Bottini è pienamente d’accordo. Ma Santa Caterina è di una bellezza spettacolare ed è certamente il sito di maggior richiamo. Il limite supposto,  indicato dai tecnici durante gli ultimi sopralluoghi, è fissato a 500 turisti in contemporanea sui pochi metri quadrati dell’eremo. La chiesetta andrebbe chiusa all’arrivo di 100 persone. Le suore laiche che abitano nella struttura dicono che in certi momenti non i sono le forze di controllare tutti i presenti.
Secondo alcuni va poi messo a punto qualcosa nell’ascensore nella roccia che la scorsa settimana si è bloccato, forse a causa di problemi di alimentazione. Inoltre la macchinetta a gettone per il pagamento è molto lenta e in caso di afflusso contemporaneo di cento persone, come avviene nella maggior parte dei casi dato che l’eremo è raggiunto da pellegrini in viaggi organizzati, si formano code.
Varesenews aveva già sollevato il tema del turismo sostenibile nell’eremo, un lettore nel 2009 chiese se sarebbe diventato come Gardaland. Gli rispose l’ex presidente della provincia Marco Reguzzoni. «Santa Caterina non è Gardaland. Non lo sarà mai, nemmeno quando i lavori saranno finiti»
Ma va comunque ricordato che la Provincia ha investito molto soldi e ha curato anche i lavori alle cascine del Quiquio, che saranno un punto turistico di grande richiamo al di sopra dell’eremo, un lavoro comunque molto apprezzato per il rilancio del turismo del Varesotto, anche grazie a un sito internet molto accattivante.

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Pubblicato il 16 Marzo 2011
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