Isola del Giglio, vacanza in un territorio incontaminato
L’Isola del Giglio è conosciuta per essere la perla dell’arcipelago Toscano. Situata di fronte al Monte Argentario, è famosa per il suo patrimonio naturalistico
L’Isola del Giglio è conosciuta per essere la perla dell’arcipelago Toscano. Situata di fronte al Monte Argentario, è famosa per il suo patrimonio naturalistico, ogni anno ammirato da tantissimi turisti che amano nuotare nel mare verde smeraldo ed ammirare i ricchi fondali, pieni di specie marine, sia animali che vegetali. Il territorio dell’Isola, è infatti ancora incontaminato, circa il 90% della superficie è costituito da natura rigogliosa e selvaggia, pronta ad accogliere i turisti che hanno voglia di relax.
Come arrivare e dove soggiornare
Per raggiungere l’Isola del Giglio è necessario arrivare prima a Porto Santo Stefano, in provincia di Grosseto. Successivamente, con meno di un’ora di navigazione, si può sbarcare sull’isola. I collegamenti sono molto frequenti, tuttavia è bene cercare informazioni riguardanti i traghetti per l’Isola del Giglio con dettaglio orari prima di partire. Arrivati a destinazione, la prima cosa da fare è sicuramente una passeggiata nei pressi del porto, molto pittoresco e colorato, circondato da negozi, botteghe d’artigianato e ristoranti sul mare. Si può decidere poi di soggiornare in uno dei tre centri abitati: Giglio Castello, Giglio Porto e Giglio Campese. Il terzo centro abitato è il più recente, e si può considerare un vero e proprio insediamento turistico. Alle spalle del centro, vi è un’immensa spiaggia di terra rossa, delimitata a sud dai faraglioni ed a nord dalla torre medicea.
La tradizione enogastronomica
All’Isola del Giglio viene prodotto il tipico vino Ansonaco, attraverso la coltivazione dei vigneti su terrazzamenti di piccole dimensioni a picco sul mare. Nei tempi antichi la produzione era fiorente, il vino veniva esportato oltre i confini dell’isola ed apprezzato da tutta Italia. Con l’arrivo del turismo, però, i vigneti sono stati un po’ abbandonati, e solo di recente la popolazione ha provveduto ad un’azione di recupero, per consentire ai turisti di assaggiare dell’ottimo vino locale, prodotto al 90% con uva autoctona e con un 10% di Biancone, Moscatello, Malvasia e Procanico. Durante l’ultimo weekend di settembre, al Castello del Giglio, viene anche celebrata la Festa dell’Uva e delle Cantine Aperte, dove oltre ad assaggiare il vino è possibile ammirare l’interno delle cantine dei produttori, che, per l’occasione, lasciano appunto la porta aperta. Per quanto riguarda i piatti tipici, il più antico è forse il panficato, dolce simile al panforte senese, risalente al XVI secolo, prodotto con fichi e uva essiccati, frutta secca come mandorle e noci; mele, pere, arancia, cioccolata e cannella. Un altro piatto della tradizione è la tonnina, semplicemente filetti di tonno conservati sotto sale, generalmente gustati d’estate nell’insalata di pomodori e cipolle. Il pesce in sciabecco, invece, è un pesce povero impanato e fritto in olio bollente, servito con una salsa realizzata con l’olio della frittura, aceto, aglio, rosmarino ed uvetta. La palamita alla gigliese, viene cucinata bollendola in acqua con arancia, limone e sedano e successivamente marinata in olio d’oliva ed odori tipici dell’isola. Se si vuole portare con sé un souvenir gastronomico, sono consigliati i barattoli di olive sotto pesto, ovvero delle olive conservate sott’olio e condite con aglio, buccia d’arancia, peperoncino, sale e semi di finocchietto.
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