Nuovi impianti al Vallone delle Cime Bianche “Rispettare analisi e leggi è attenzione all’ambiente”
Il direttore editoriale del Club alpino italiano Marco Albino Ferrari ha risposto alle accuse sollevate dall'ex presidente della Valle d'Aosta Luciano Caveri riguardo le critiche al collegamento sciistico tra le stazioni di Zermatt, Cervinia, Valtournanche, Gressoney, Champoluc, Alagna
Botta e risposta online tra il direttore editoriale del Club alpino italiano Marco Albino Ferrari e l’ex presidente della Valle d’Aosta Luciano Caveri. Il 27 novembre Caveri aveva criticato la presa di posizione di Ferrari contro il progetto di un collegamento sciistico tra le stazioni di Zermatt, Cervinia, Valtournanche, Gressoney, Champoluc, Alagna. L’ex presidente della Valle d’Aosta con un post su Twitter ha accusato il Club alpino italiano di essere «entrato in pieno nell’area ambientalista estremista».
Ormai il Club Alpino Italiano è entrato in pieno nell’area ambientalista estremista. Perderanno iscritti e credibilità con una visione del futuro della montagna ideologica e irrealistica. Peccato…
— Luciano Caveri (@LucianoCaveri) November 27, 2022
Nel suo post, Ferrari aveva sottolineato come la realizzazione di nuovi impianti di risalita avrebbe intaccato la bellezza del Vallone delle Cime Bianche. Il direttore editoriale del Cai aveva inoltre sostenuto che il progetto non rispondesse a una reale necessità, anche a fronte all’aumento delle temperature e della diminuzione della neve.
«“Ambientalista” – scrive Ferrari in un post successivo – è diventato un insulto bello e buono. Tu politico o costruttore, se vuoi aggirare il problema, tiri fuori quel termine e ne esce l’immagine di fanatici sempre pronti a dire di no, che se ne stanno lontani dai problemi e, seduti nei loro salotti, si oppongono per posa. Oppure si agitano dietro barricate per questioni di principio che nulla hanno a che fare con la realtà. Ci saranno anche quelle posizioni, ma non è giusto farle diventare un paradigma»
«Opporsi alla costruzione del collegamento nel Vallone della Cime Bianche – aggiunge Ferrari – significa rispettare la legge, visto che siamo in un’area protetta, una delle poche zone ancora interamente intatte del Monte Rosa. Significa ascoltare le analisi socio economiche e le valutazioni tecnico scientifiche che sconsigliano di dar seguito al progetto. Attenersi ai vincoli normativi e ascoltare le analisi tecniche non significa essere dei “fanatici ambientalisti”. Significa, appunto, avere attenzione all’ambiente»
Il confronto tra chi promuove la costruzione di nuovi impianti sciistici e chi invece si oppone a causa dei danni all’ecosistema montano è molto accesa e non solo tra le cime al confine tra Piemonte, Svizzera e Valle d’Aosta. In Ossola si continua a discutere riguardo il progetto per la realizzazione di un nuovo comprensorio al Devero.
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