Alla ricerca dei muri d’artista. Da Arcumeggia a Torino l’arte ridisegna anche gli itinerari
Pittura murale, street art, opere che dialogano con chi le osserva. L'arte può trasformare i paesaggi urbani tanto nei piccoli centri quanto nelle grandi città e diventa una "guida" per esplorare i luoghi in modo diverso
La street art che diventa racconto e scoperta ma anche uno stimolo a riflettere sulle grandi tematiche della nostra esistenza, come è nella natura dell’arte. Da tempo si discute di come questa espressione della contemporaneità riesca a restituire una nuova identità agli spazi urbani, andando in alcuni casi a diventare un motore della rigenerazione. Anche in provincia di Varese gli esempi non mancano, basta citare le opere di Andrea “Ravo” Mattoni che nell’ultimo decennio hanno trasformato anonime e spoglie pareti in vere e proprie opere d’arte a cielo aperto, dedicate a grandi capolavori o alla riscoperta di artisti legati al territorio.
Un murales tira l’altro
A Cuggiono il successo di un cagnolino apparso su una parete del centro ha portato a valutare la realizzazione di un progetto più ampio dedicato alla street art che ora “porterà” in paese anche l’opera dedicata a una volpe, animale simbolo del Parco del Ticino.
Il “cagnolino” di CuggionoDa Orgosolo ad Arcumeggia, il fascino dei paesi dipinti
La pittura murale ha ovviamente origini ben più antiche ma guardando all’Italia e al recente passato, non si può non citare il caso dei paesi dipinti: Orgosolo in Sardegna, Borgo Parrini in Sicilia, Sant’Angelo di Roccalvecce nel Lazio e naturalmente la “nostra” Arcumeggia. In questi luoghi hanno lavorato artisti da ogni parte del Paese, chiamati a riconcepire spazi più o meno urbani con il proprio sguardo.
Uno dei murales di Orgosolo in Sardegna Borgo ParriniCamminare per le vie di Torino alla ricerca di murales Toward 2030
Le opere sui muri, anche per via delle dimensioni dello spazio a disposizione, sono anche il veicolo per amplificare messaggi sociali. È il caso di Torino dove è nato il progetto Toward2030. What are you doing?, promosso dalla Fondazione Lavazza insieme alla Città di Torino. Si tratta di 18 opere murali, distribuite in zone diverse della città, che hanno l’obiettivo di utilizzare la potenza della street art per sensibilizzare e divulgare i Sustainable Development Goals (SDGs), gli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite. Dal murale 0 al numero 17 troviamo una serie di murales, firmati da altrettanti artisti e dedicati ognuno a un tema diverso, dalla lotta alla fame nel mondo al diritto all’istruzione, dalla crescita sostenibile all’impegno per conatrastare i cambiamenti climatici
Torino Toward 2030Keith Haring a Pisa
Se si parla di street art e di grandi artisti infine, una menzione speciale non può che essere quella per “Tuttomondo” a Pisa. Si tratta di un ampio murale creato da Keith Haring nel 1989 sulla parete esterna della canonica della chiesa di Sant’Antonio Abate a Pisa. Questo murale è l’ultima opera pubblica dell’artista statunitense prima della sua scomparsa ed è l’unica che aveva progettato per durare nel tempo.
Tuttomondo
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