Quantcast

Incubatoi ittici, “quanto stanziato non basta”

L'opinione dell'agronomo Valerio Montonati in merito alle recenti notizie legate agli stanziamenti per alcune strutture

Incubatoio ittico Maccagno

Gentile redazione,

Leggo con piacere e cauto ottimismo dello stanziamento di 250 mila euro approvato da Regione Lombardia in favore “Anche” delle attività di ripopolamento ittico di laghi e fiumi sostenute dagli incubatori ittici.
Lungi da me accreditarmi qualsivoglia merito sulla questione in virtù del mio recente articolo sullo stato di estrema precarietà in cui vertono queste realtà, ribadisco, così importanti per la nostra “Terra dei laghi”, ma tant’è, del tutto casualmente si sono succeduti, nell’assemblea dei nostri rappresentanti regionali, prima l’approvazione di un
ordine del giorno e, quindi, uno stanziamento ad hoc.

Desidero però fare qualche osservazione nel merito specifico degli incubatoi ittici ribadendo il tema generale del mio intervento, in cui avevo inserito il problema specifico del ripopolamento dei nostri laghi e dei nostri fiumi con le specie ittiche essenziali per quegli ecosistemi, cioè il totale abbandono delle montagne varesine e della loro ruralità dal
panorama della politica regionale specialmente a livello di PSR (Programma di sviluppo Rurale).
In primo luogo sarebbe interessante sapere quante di queste risorse economiche saranno riservate allo specifico settore ittiogenico visto che nell’articolo compare la congiunzione – avverbio “Anche” sottolineando, quindi, che ci sarebbero altri potenziali “Pretendenti” a quei soldi.

Ciò non di meno, ammettendo di avere a totale disposizione questo quarto di milione di euro, facciamo un rapido excursus, certamente non esaustivo, sulla realtà degli incubatoi ittici presenti in regione Lombardia.
Dati per certi i cinque impianti presenti nella nostra provincia, a memoria e verificando qualche elenco ufficiale mi vengono in mente i seguenti altri casi :
1) Parco del Ticino con l’impianto presso il centro “La Fagiana”
2) Città Metropolitana di Milano con l’impianto sito ad Abbiategrasso
3) L’impianto di Cisliano presso l’azienda Pisani Dossi
4) L’impianto di Pandino (CR) della “Salmopan”, dove ho personalmente lavorato nel 1990,
che dispone di un complesso di “cassette californiane” in grado di garantire la schiusa di
un milione di uova embrionate di trota per ciclo riproduttivo
5) L’impianto di Bagolino (BS)
6) L’incubatoio ittico di Valmorea (CO)
7) Sondrio : Centro ittiogenico Unione Pesca Sportiva della Provincia
8) Lecco : Società ittica Trota Valsassina
9) Pavia –:Società agricola Luigi Montagna

Si tratta quindi di almeno 14 impianti che potenzialmente potranno richiedere dei finanziamenti (ma direi che in regione siano almeno una ventina) oltre agli associati di AssoLaghi – che conta, da sola, decine di laghi di pesca sportiva, ed altre associazioni ancora abilitate a presentare domande di contributo.
Andando bene (diciamo una ventina di interessati effettivi) ci sarebbero ben 12.000 euro a disposizione per ciascuna domanda presentata.
Una bella somma … non c’è che dire, piuttosto simile agli interventi in extremis effettuati dai piccoli comuni che in genere vanno in soccorso di queste realtà ma non certo un importo risolutivo per queste strutture produttive ma, come si dice dalle nostre parti : “Semper mei che na pesciada in del …” .
Resta, comunque, la questione principale ed essenziale della mancanza di fondi specificamente per le montagne varesine.

Nonostante il recente intervento, con proposizione di vari ordini del giorno, da parte dell’amico e consigliere regionale Roberto Cenci che si è prodigato per sostenere le realtà troglobie del sistema carsico del monte Campo dei Fiori e della montagna regionale in genere.
NON BASTA ASSOLUTAMENTE !!
Servono stanziamenti ad hoc per per l’alta provincia di Varese dove sono pronti nei cassetti progetti per il recupero di vaste e meravigliose selve castanili, la formazione di “Spiagge verticali” sul medio ed alto Verbano, dove i bagnanti si devono accontentare di misere spiagge sassose ed invase dai rovi o modesti angoli spigolosi su rocce scoscese, accanto alla creazione di alberghi diffusi sul territorio montano.
I progetti ci sono come sono disponibili imprenditori locali ad investire somme importanti sul territorio prealpino ed alpino e, di questi tempo, mi sembra che non sia poca cosa.
La regione continua a ribadire di aver impegnato tutti, o quasi, i soldi disponibili sul PSR; in realtà rileggendo bene l’ultimo intervento sull’argomento si ha conferma di quanto denunciato dal sottoscritto : alla fine di quest’anno la regione avrà quasi sicuramente gettato al vento almeno 100 milioni di euro con buona pace della ruralità dall’Alto Varesotto
destinato ad una lenta ed inesorabile agonia.
Le montagne, sempre più abbandonate, non più governate e lasciate all’inevitabile succedersi degli eventi geo – atmosferici, però, si faranno sentire, prima o poi, ed allora saranno dolori.

Valerio Montonati – Agronomo

Pubblicato il 02 Agosto 2019
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore