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La Compagnia Del Lago Maggiore sperimenta la coltivazione del tè

La Compagnia Del Lago Maggiore sperimenta la coltivazione del tè

PREMOSELLO CHIOVENDA – Il primo tentativo di impiantare la coltivazione del tè in Italia risale al XIX secolo. “A Napoli, dal 1870 al 1890, ma il clima non si rivelò adatto”, spiega Paolo Zacchera, titolare della Compagnia del Lago Maggiore. “Il secondo tentativo, affidato all’università di Pavia – continua – risale agli anni ’30 in pieno clima autarchico, durante il regime fascista”. Un tentativo che, rivela “ho scoperto per caso, nel 2012, ha portato ad una vera e propria coltivazione sperimentale a Pallanza alla floricoltura Ildebrand. Anche se il figlio del floricoltore di allora, Piero, che all’epoca aveva 9 anni nega decisamente, Però i documenti lo smentiscono”. Da quella scoperta casuale, a Zacchera, è venuta l’idea di riprendere quell’antica sperimentazione, interrotta dopo lo scoppio della guerra. “Sono stato in Cina – racconta – in Giappone, in Turchia dove queste coltivazioni vengono effettuate in modo estensivo per documentarmi e studiare la possibilità di riprendere quell’antica sperimentazione”. Con il conforto di un cliente scozzese, fornitore di tè della regina Elisabetta, al quale Zacchera vende le piantine che mette l’altro mette a coltura in Scozia. “Quanto è stato qui – racconta – mi ha detto: ‘Paolo, non capisci niente. Tu non devi coltivare fiori, devi coltivare tè. Non esiste terreno più adatto in Europa di questo”. E’ dal consiglio dell’amico scozzese ch’è nata l’idea di produrre tè verde biologico col marchio del Lago Maggiore.

Un progetto ammesso al finanziamento del piano di sviluppo regionale – informa Zacchera – ma che non so ancora, al momento, se andrà in porto. Prima che gli 800 esemplari piantati in un ettaro a prato possano crescere abbastanza per diventare produttivi occorrono 7 anni. Se la piantagione sperimentale ci sarà ancora potremo partire. Per lavorare le foglie del tè occorre un macchinario che costa 500 mila euro. Un investimento rilevante che faremo solo se, e quando, il progetto entrerà a regime”. Nell’attesa, Zacchera, ha disposto il trasferimento di aumentare a 30 mila le camelie sinensis a Premosello, trasferendo quelle mancanti da Fondotoce. Una essenza, questa, fondamentale per la produzione di tè. Camelie che ha iniziato a commercializzare come “piantagioni domestiche” per chi volesse prepararsi tè verde di propria produzione.

All’origine dell’approdo sui terreni adatti alla coltivazione del tè è stata una calamità naturale: “L’alluvione del 2000 che ha sommerso le colture a Fondotoce dopo la quale mi sono messo a cercare dei terreni che non rischiassero d’essere sommersi ad ogni pioggia alluvionale anche se, per 9 anni, non per colpa del sindaco di Premosello non abbiamo avuto una strada d’accesso. Ora l’abbiamo”.

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Pubblicato il 08 Settembre 2017
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