Dimissioni di massa, le opposizioni provinciali: il PD si sottrae al confronto, ma i problemi sono solo rimandati
Il "buco" milionario della Provinicia continua ad accendere il dibattito
Dimissioni di massa, le opposizioni provinciali: il PD si sottrae al confronto, ma i problemi sono solo rimandati Il “buco” milionario della Provinicia continua ad accendere il dibattito
VERBANIA – Con un comunicato stampa congiunto, le segreterie provinciali di Fratelli d’Italia, Lega Nord e Forza Italia, nonché i consiglieri dei Gruppi “Lago e Monti” e “La Provincia per il Territorio” replicano al PD che, nei giorni scorsi, aveva fatto mancare il numero legale all’assemblea dei sindaci (QUI) per impedire che si arrivasse a dimissioni di massa.
«La proposta di mozione delle minoranze, non votata lo scorso lunedì per assenza del numero legale, non chiedeva, come è stato più volte ribadito in sala, l’immediata dimissione dei consiglieri provinciali ma chiedeva al presidente Costa di attivarsi presso le altre province per condividere un percorso di dimissioni di massa in assenza di risposte concrete da parte del Governo. Un segnale forte ed eclatante che avrebbe potuto rappresentare una ulteriore arma di pressione sulle risorse che saranno destinate agli enti provincia con la legge di stabilità.
Non sarebbe, nell’immediato, giunto nessun commissario. Chi lo afferma compie un’analisi completamente svincolata dalla realtà, cercando di creare falsi allarmismi .
Come siano messe le strade e le scuole è sotto gli occhi di tutti: ogni anno gli interventi preventivi di salatura e sabbiatura strade sono a rischio e, per quest’anno, viene prevista dal Ministero la possibilità di prevedere un atto di indirizzo da parte del Consiglio provinciale con cui si chieda ai dirigenti di sottoscrivere i contratti con le ditte pur in assenza di copertura finanziaria. Semplicemente folle.
Tenuto altresì conto che l’art. 119 della costituzione impone il pareggio di bilancio (i Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell'equilibrio dei relativi bilanci) mentre la Provincia del VCO si trova in disavanzo corrente per 3,6 milioni. Come il Ministero possa autorizzare simili artifizi in contrasto con la Carta costituzionale risulta inspiegabile.
È un continuo rimandare il problema senza trovare soluzioni. Adesso ci si dice che il problema di mancanza di risorse sul 2017 verrà risolto nel 2018 (!), mentre già nel 2016 si disse di attendere l’ottobre dello stesso anno. L’assemblea dei sindaci approvò l’attesa ma non avvenne, nella sostanza, alcunché.
È giunta l’ora, non più rimandabile, di dare un segnale forte, che spiace il PD non si senta di dare per non incorrere nelle ire dei propri rappresentanti alle alte sfere. Che, poi, il PD ringrazi i sindaci che con la loro uscita dall’aula non hanno permesso di mettere democraticamente in votazione la mozione è una evidente ammissione che la scelta di non garantire il numero legale è politica e dettata da logiche di partito.
Molti degli amministratori che avrebbero aderito alla mozione, se fosse stata votata, hanno in passato garantito il numero legale dell’assemblea dei sindaci (alcuni intervenendo all’ultimo perché chiamati telefonicamente) e lo hanno fatto con senso di responsabilità: votando contro ma permettendo i lavori potessero proseguire..
Chi invece oggi ha compiuto questa scelta, si è sottratto a un dialogo politico e, pur di non accettare di andare sotto nei numeri, ha preferito evitare la conta; solo per un mero calcolo politico. Ancora peggio, poi, che tra coloro che hanno abbandonato la sala vi siano sindaci (o rappresentanti, tra cui quello del Comune capoluogo) che siedono tra i banchi del consiglio provinciale e che hanno dilatato gli interventi a dismisura per facilitare la fuga di alcuni rappresentanti.
Curioso poi che, poco prima del termine, vi sia stato chi ha affermato: “o si rinvia e io voto, se non me ne vado e salta il numero legale”. Un perfetto esempio di democrazia; della serie “o si fa come dico io o nulla”.
Quando poi il presidente Costa ha annunciato la sua proposta di mediazione (analoga a quella anche da noi proposta ai capigruppo pochi istanti prima fuori dalla salama rigettata da chi pretendeva un rinvio a dopo la legge di stabilità – e quindi a gennaio 2018) il numero legale era già venuto meno. C’erano sì le teste (39 sindaci) ma mancavano le quote (la sola uscita di Verbania ha portato via la rappresentanza di oltre 30.000 persone).
Poiché lo Statuto provinciale prevede che il presidente o il consiglio possano sottoporre all’assemblea dei sindaci materie di loro competenza, sarebbe giusto chiedere a quei sindaci che non hanno aderito alla mozione di assumersi essi stessi la responsabilità di prevedere l’atto di indirizzo con cui si chieda di sottoscrivere i contratti per la salatura e lo sgombero della neve con le ditte, e ciò pur in assenza di copertura finanziaria e senza il parere di regolarità contabile del ragioniere dell’ente.
Se ritengono tutto vada bene, come traspare dalla scelta di non compiere alcun atto di protesta nei confronti di Roma, non dovrebbero avere problemi nel farlo.
Li aspettiamo! Ma come sempre il tempo sarà garante e buon testimone!»
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