Verbania, cento edifici dismessi da far tornare a vivere. Il piano dell’amministrazione
Verbania, cento edifici dismessi da far tornare a vivere. Il piano dell’amministrazione
VERBANIA – Sono 100 gli edifici dismessi, censiti dall’amministrazione Marchionini ad inizio mandato, “quando ci eravamo proposti di rivoluzionare” Verbania, ha detto il sindaco presentando il progetto di rigenerazione urbana affidato all’architetto Roberto Tonietti e a Giovanni Campagnoli, due specialisti del riuso noti a livello nazionale. Una scommessa più che un progetto: incentivare giovani con idee innovative ad avviare attività imprenditoriali in edifici, spesso di proprietà privata, abbandonati a sé stessi dalle proprietà che non hanno interesse, e a volte nemmeno le risorse, per inventarsi qualcosa di nuovo. “Gli esempi più eclatanti sono cronache degli ultimi mesi – ha detto il sindaco presentando i due ospiti, stamattina, in sala giunta – . Il più noto è la ex-Restellini. Da anni sono inutilizzati la ex birreria Simplon in viale sant’Anna e l’ex-cinema sociale a Pallanza. Con il trasferimento degli uffici amministrativi del Consorzio servizi sociali si libererà l’ex-municipio di Intra”. “Come amministrazione pubblica – ha proseguito – facciamo quel che possiamo. Stiamo riconvertendo l’ex-circolo socialista in social market. Cofinanziamo la riqualificazione della sede staccata del Museo a Casa Ceretti. Il 19 gennaio presenteremo il progetto di polo del riuso che Mani Tese intende realizzare alla curva della Francesa, in viale Azari. Stiamo trovando una soluzione per palazzo Cioia a Suna. Ma il pubblico, da solo, non può arrivare dappertutto”.
“Spesso basta poco – è intervenuto Tonietti – basta mettere in contatto start up che da sole non potrebbero mai sostenere la spesa di una ristrutturazione, trovare una intesa col le proprietà ed individuare eventuali canali di finanziamento. E’ meno difficile di quel che sembra sulla carta”. “I giovani che hanno lasciato l’Italia quest’anno – ha aggiunto Campagnoli – sono 50 mila. Spesso finiscono per portarsi dietro le famiglie. Un danno incalcolabile per la mancata produzione di ricchezza del paese”. L’appello, ha concluso il sindaco, è soprattutto rivolto all’esterno: “I dati sulla disoccupazione giovanile, da noi, sono meno allarmanti che altrove. Ma perché i giovani sono pochi rispetto alla popolazione anziani e, finché funziona, abbiamo la valvola di sfogo della Svizzera".
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