Carcere di Verbania: spazi angusti, affollamento, detenuti inattivi
Intanto si è perso il finanziamento di una fondazione bancaria per la sistemazione del cortile
Carcere di Verbania: spazi angusti, affollamento, detenuti inattivi Intanto si è perso il finanziamento di una fondazione bancaria per la sistemazione del cortile
VERBANIA – 70 detenuti ospitati contro una capienza regolamentare di 53, con un tasso di affollamento del 132,07%. Il 21,66% sono stranieri. Sono questi, in estrema sintesi, i dati della Casa circondariale di Verbania, che, come praticamente tutte le altre strutture piemontesi (e italiane) soffre di croniche carenze e di sovraffollamento.
Per fare il punto della situazione rilanciare le sfide per il 2018, s'è svolto questa mattina a Palazzo Lascaris l’incontro organizzato dal Garante delle persone detenute Bruno Mellano, con l'obiettivo di rilanciare un’azione condivisa dai garanti comunali (per Verbania è Silvia Magistrini) ed evidenziare le criticità del sistema penitenziario piemontese. In particolare, per il secondo anno consecutivo, è statto illustrato il testo della lettera che il Coordinamento indirizzerà oggi stesso al capo dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Santi Consolo nella quale si elencano le più pressanti problematiche strutturali per ciascuno dei 13 istituti penitenziari piemontesi.
“Si tratta di questioni che riteniamo basilari per impostare un’esecuzione penale diversa e più efficace – ha dichiarato Mellano -. Nella maggior parte dei casi è evidente l’assenza o l’insufficienza di spazi dedicati alla socialità, all’incontro fra i detenuti e le loro famiglie o utilizzabili per attività formative e lavorative. E non mancano criticità strutturali dovute alla mancata manutenzione degli edifici e degli impianti, con infiltrazioni d’acqua, riscaldamento insufficiente o sistemi idraulici mal funzionanti, con pesanti ricadute anche sulla salubrità e l’igiene dei locali”.
Un corposo elenco di criticità quello riscontrato nel carcere di Pallanza.
La Casa Circondariale di Verbania, collocata in un ex convento di antica data, ha mantenuto la struttura originaria composta da spazi angusti, impossibilitàdi espansione (assenza di cortili, strutture sportive, campo da gioco o altro), assenza interna di sale per attività culturali di qualunque genere. A seguito del dossier presentato lo scorso anno e della conseguente attivazione sinergica, grazie al coinvolgimento di risorse private della Città, per la redazione di un progetto redatto e strutturato per la riqualificazione di un’area interna dismessa e fatiscente, è stato inviato a Roma all’attenzione della Cassa delle Ammende una richiesta di contributo di cui si ha avuto notizia di positivo accoglimento ma di cui tuttavia non vi sono ancora segni di attivazione, mentre si è persa l’occasione di un finanziamento di una fondazione bancaria locale disposta sostenere l’immediata realizzazione dell’intervento. Esiste un’ulteriore necessità per il lavoro interno dei detenuti, ora in pesante carenza, vale a dire la creazione di laboratori interni (ad es. lavorazione ceramica o simili) che porterebbe una ventata di novità e renderebbe meno pesante la permanenza in carcere nella totale inattività: si tratta di individuare spazi in parti del carcere con celle non utilizzate e separate dalle sezioni, che pure sembrano esserci. Si sottolinea la negatività che associa la carenza di spazi anche minimi di socialitàalla quasi totale inattivitàdei detenuti.
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