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Canoni idrici: la Provincia reclama 5 anni di arretrati, 45milioni per ridare ossigeno alle casse

E' ingiusto e illegittimo, dice la Provincia che ha dato mandato ad uno studio legale

Canoni idrici: la Provincia reclama 5 anni di arretrati, 45milioni per ridare ossigeno alle casse E’ ingiusto e illegittimo, dice la Provincia che ha dato mandato ad uno studio legale

Ammonta a 102.466.774,63 euro la cifra che la Regione Piemonte ha incassato per i per i canoni idrici protdotti dal VCO dal 2012 ad oggi. Ma se fino al 2011 parte dei proventi è stata erogata alla Provincia, dal 2012 non è più giunto nulla. Da qui il mandato ad uno studio legale per vedere riconoscere il dovuto, dove la Provincia si dice anche disponibile ad una conciliazione, ma per una cifra non inferiore ai 45milioni di euro per gli anni dal 2012 al 2017, cifra che rappresenterebbe una vera boccata d'ossigeno per le esauste casse del Tecnoparco che proprio il mancato riconoscimento dei canoni idrici ha contribuito a ridurre al verde.  Per l'annualità in corso e per gli anni a venire il VCO potrebbe accontentarsi del 50% dei canoni annui.  Una questione complessa, che il presidente della Provincia, Stefano Costa, ripercorre attraverso una nota.   

«Ripercorrendo la storia della questione, è importante sottolineare come il rifiuto della Regione Piemonte – che riteniamo illegittimo e ingiusto –  al riconoscimento dei Canoni Idrici a favore della Provincia del VCO rappresenta una posizione maturata solo a partire dall’anno 2012. Prima di tale data, infatti, la Regione Piemonte aveva direttamente erogato alla Provincia del VCO la somma complessiva di Euro 14.100.000,00 per entrate derivanti da canoni idrici nel triennio dal 2004 al 2006, ed anche successivamente, dall’anno 2007 e sino all’anno 2011, concludendo a tal fine specifiche intese di anno in anno con la Provincia per il trasferimento di ulteriori stanziamenti regolarmente incassati dalla Provincia del VCO.

Il tutto per l’importo totale di Euro 16.500.000,00, che costituisce certamente solo una parte degli incassi, ma una parte molto importante per il territorio provinciale e i suoi cittadini. Inopinatamente, a partire dell’anno 2012 la Regione Piemonte ha cessato il riconoscimento anche di tale quota dei canoni idrici, nonostante, con riferimento all’annualità 2012, con nota prot. 000222 del 20 giugno 2012, l’allora Assessore Regionale al Bilancio Sig.ra Quaglia confermasse l’intenzione di prevedere ancora uno stanziamento a bilancio per entrate da canoni idrici in favore della Provincia del VCO eguale a quello individuato per l’annualità 2011 (e pari quindi a Euro 4.000.000,00).  A fronte del più che ragionevole affidamento generato, oltre che dal passato, da tale specifica comunicazione, la nostra Provincia ha sollecitato in più occasioni la formalizzazione del riconoscimento delle entrate per canoni idrici anche per l’anno 2012 e per le annualità successive. La posizione della Regione Piemonte, presumibilmente per problematiche interne di bilancio, si è però irrigidita ed ha in più occasioni rigettato le legittime richieste della Provincia sulla base di una asserita mancanza di supporto giuridico cogente, affermando in particolare che difettasse una norma giuridica esplicita che imponesse il trasferimento dei proventi derivanti dai Canoni Idrici a favore della Provincia del VCO, negando in particolare l’operatività della norma di cui all’art. 3 comma 3° del D. lgs. 85/2010, in base al quale ciascuna Regione destina alle Province una quota dei proventi derivanti ricavati dal demanio idrico della Provincia.

A nostro avviso tale posizione è, oltre che fortemente ingiusta e, (come si vedrà, discriminatoria in relazione alle altre due Province montane presenti sul territorio nazionale), illegittima in quanto trascura la corretta interpretazione dell’impianto normativo nazionale.

Il riconoscimento di quantomeno una quota dei proventi dei Canoni Idrici trova infatti diretto supporto a livello costituzionale, innanzitutto, con riferimento a quanto previsto dall’art. 119 della Costituzione che, come noto, prevede che le Province siano dotate di risorse autonome, ed acquistino in tale maniera autonomia finanziaria. Seguendo l’impostazione regionale, in concreto tali principi costituzionali sarebbero svuotati di ogni significato (e di fatto violati), una volta considerato che allo stato la Provincia del VCO non può giovarsi di alcuna entrata patrimoniale derivante dallo sfruttamento del demanio idrico insistente sul suo esclusivo territorio.

D’altro lato, la specificità montana della nostra Provincia trova piena dignità costituzionale ai sensi dell’art. 44 della Costituzione, e la medesima è espressamente riconosciuta in via attuativa ed operativa sia dalla L.R. n. 8/2015 sia dall’art.9 della L.R. n. 23/2015, disciplina che impone che la Provincia del VCO usufruisca di risorse adeguate per il superamento degli svantaggi causati dal suo ambiente montano e dalla marginalità del suo territorio, stante l’ineludibile necessità di salvaguardare l’armonico equilibrio delle condizioni di esistenza della popolazione provinciale montana.

In questo contesto la Regione Piemonte ha agito in modo discriminatorio: infatti in tema di assegnazione delle risorse derivanti dai canoni idrici la Provincia del VCO è venuta in concreto a subire un trattamento sperequativo rispetto alle Province di Sondrio e Belluno, cioè le altre province riconosciute Province Montane di Confine ai sensi dell’art. 1 terzo comma della L. n. 56/2014. Da tempo, infatti, la Regione Lombardia e la Regione Veneto hanno introdotto normative regionali specifiche ed espresse in materia, in ossequio ai principii di buon andamento, trasparenza, sussidiarietà per disporre a favore di tali Province l’introito derivante dall’utilizzo di risorse idriche presenti nel territorio provinciale sino alla misura pari al 100% di questi proventi e ciò per far fronte alle necessità derivanti dalla specificità montana di tali enti provinciali, come visto, pure propria della Provincia del VCO.

E’ noto inoltre che anche il Consiglio Regionale della Regione Piemonte, nel corso della seduta n. 271 del 14 novembre scorso, ha votato sull’ordine del giorno n. 1274 per impegnare infine la Giunta Regionale ad aprire un tavolo di discussione con la Provincia del VCO riguardo al tema del ristorno totale degli introiti per i Canoni Idrici.

Purtroppo, anche tale occasione ad oggi non è stata colta.

Contrariamente agli auspici, si è giunti all’ultima occasione di riscontro riguardo alla questione: la regione ha comunicato la disponibilità ad avviare una trattativa per la determinazione di risorse aggiuntive oltre a quelle già assegnate in base alla L.R. n. 23/2015, precisando che la negoziazione avrebbe escluso il riconoscimento a favore della Provincia delle entrate per i Canoni Idrici (in quanto le condizioni del bilancio della Regione Piemonte non consentirebbero di assumere come riferimento le predette entrate) e comunque si riferirebbero all’annualità 2018 e successive.

Il paradosso della posizione sostenuta dagli uffici della Regione è ancor più evidente se si considera che nel bilancio regionale permane tuttora il capitolo per spese obbligatorie n. 148669, intitolato “quota dei canoni per l’uso dell’acqua pubblica da trasferire alla Provincia del Verbano Cusio-Ossola”.

La nostra richiesta di natura conciliativa comprende le annualità dal 2012 ad oggi e naturalmente dovrà operare per il futuro, per una misura non inferiore ad Euro 45.000.000,00 per le annualità dal 2012 al 2017 e con la previsione dell’applicazione di una percentuale non inferiore al 50% dell’importo effettivamente incassato a decorrere dall’anno in corso. Diversamente, posto che il diritto al riconoscimento, come normativamente supportato, è prossimo se non addirittura pari al 100% (così come normativamente cristallizzato anche per le altre Province montane), la Provincia del VCO si troverà a dover agire in via sostitutiva innanzi alle sedi competenti.

L’urgenza di provvedere è determinata dalla nota situazione della Provincia del VCO: il mancato riconoscimento dei Canoni Idrici ha infatti determinato squilibri strutturali nel bilancio della Provincia del VCO che, ulteriormente amplificati dai prelievi forzosi dello Stato, ai sensi delle diverse manovre succedutesi dal 2012 ad oggi, mettono concretamente a rischio la possibilità per la nostra Provincia di garantire la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali dei propri».

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Pubblicato il 21 Marzo 2018
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