Albertella al “Comitato per il sì al referendum”: non camuffate la verità
Albertella al “Comitato per il sì al referendum”: non camuffate la verità
CANNOBIO – Chiamato in ballo dal Comitato per il sì al referendum sulla fusione tra Verbania e Cossogno, Giandomenico Albertella replica alle accuse mossegli di aver istigato i cittadini verbanesi all'astensionismo e spiega la sua poszione al riguardo. «Consiglio innanzitutto al comitato per il SI alla fusione Verbania – Cossogno di utilizzare maggiore “onestà intellettuale” e di non modificare strumentalmente le dichiarazioni di altri . Questo è un deplorevole spettacolo !
Capisco il loro malcelato nervosismo , ma camuffare la verità non aiuta a fornire argomenti oggettivi e utili ai cittadini per decidere democraticamente e liberamente su un tema quale la fusione, o meglio, l’aggregazione di due Comuni.
Dichiarare pubblicamente , come ho fatto e rifarei , “credo che non voterò” equivale, come asserito nel loro comunicato, a “esortare i cittadini verbanesi a disertare le urne il 13 maggio p.v.“ ? Penso proprio di no , ma lasciamo giudicare chi legge .
Comunque, a tal proposito, ricordo a loro che nel non lontano 2016 in occasione del referendum sulle trivelle il segretario del Partito Democratico ed allora premier invitò all’astensionismo dichiarando “ci sia l'onestà intellettuale di riconoscere che la posizione dell'astensione a un referendum che ha il quorum, è una posizione sacrosante e legittima. Non riconoscerlo è sbagliato e profondamente ingiusto”, così come l’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, allora dichiarò che il referendum sulle trivelle “è un’iniziativa pretestuosa, è legittimo astenersi; lo prevede la Costituzione” (rif. “Panorama” del 15.04.2016).
Ma veniamo al merito, visto che sono curiosi di conoscere i motivi della mia posizione . I processi di aggregazione o di fusione tra Comuni necessitano di un disegno strategico di medio e lungo periodo che deve preventivamente e necessariamente coinvolgere un’ area territoriale più vasta, attraverso un confronto tra istituzioni, attori economici e sociali , associazioni e cittadini. E allora si che un progetto strategico condiviso può anche essere attuato in fasi ed in tempi diversi.
Ridurre il problema ad un mero esercizio economico finanziario , a mio avviso , è sbagliato e neppure si può circoscrivere la tematica alla sola preoccupazione che magari in futuro non ci saranno i soldi. E poi finiti i soldi senza aver elaborato una seria programmazione strategica di area , restano i problemi. E non sempre si devono a tutti i costi realizzare opere, solo perchè ci sono i soldi . Talvolta è meglio non spenderli, piuttosto che spenderli male.
Infine grazie per il consiglio di leggere la “Legge Delrio” da loro richiamata, ma avrei preferito non solo non leggerla, ma come amministratore non applicarla , probabilmente non avremmo oggi una Provincia con un debito di svariati milioni di euro e probabilmente non avremmo le strade provinciali nelle condizioni che tutti conosciamo : senza neppure i soldi per sfalciare l’erba e pulire i cigli!»
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