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Palazzo Cioja, Marchionini: i restauri coi soldi della “fusione”, se passa

Intanto la contessa Servadei Cioja denuncia il degrado dello storico edificio

Palazzo Cioja, Marchionini: i restauri coi soldi della “fusione”, se passa Intanto la contessa Servadei Cioja denuncia il degrado dello storico edificio

Un appello alla salvezza di Palazzo Cioja giunge dalla contessa Nella Servadei Cioja, discendente della casata che dal '700 fino alla metà dell'800 è stata proprietaria del palazzo di in Via Troubetzkoy, in preda ormai da molti anni, di un degrado che potrebbe essere irreversibile. «Gli appelli al Comune di Verbania sono stati inutili – scrive la contessa su Il Giornale dell'Arte – , ma spero che questo incantevole piccolo pezzo di storia del lago e del nostro Paese non venga dimenticato nell'incuria e possa essere degnamente restaurato e godere della grande considerazione che merita».
Effettivamente il recupero dello storico palazzo del '600 – uno dei rarissimi esempi di costruzione non rimaneggiata – è nell'elenco di quei beni pubblici di grande valore ma in grande degrado (è inagibile). L'Amministrazione Marchionini nel 2015, riprendendo il protocollo d’intesa firmato nel 2011 tra la Fondazione Verdi di Milano e il Comune di Verbania (allora guidato da Marco Zacchera), ha riaperto alla possibilità di fare del Palazzo un centro di alta formazione musicale per il quale già era stato depositato un progetto preliminare dell'architetto Cristoforo Bono. Ma da allora sono passati altri anni, tutto è fermo (per mancanza di fondi) e il tempo, si sa, non è amico dei vecchi edifici. Afferma Silvia Marchionini: «Il progetto ambizioso e condiviso di casa della musica per la formazione di giovani talenti, dal costo di circa 4 milioni di euro (rimanendo larghi), è al primo posto per i programmi futuri con i fondi della fusione con Cossogno… Se passa. Siamo intervenuti su Villa Simonetta e Villa San Remigio, che erano più urgenti, con fondi europei. Siamo consapevoli della necessità di agire su questo importante patrimonio, ma non potendo accendere mutui per per il pareggio di stabilità, diventa impossibile sistemare ogni vicenda lasciata ferma da decenni».

Lo storico palazzo sul Lungolago di Suna è oggi di proprietà del Comune. Donato a fine ‘800 dall’architetto Antonio Rossi (colui che costruì la strada per la Svizzera, l’attuale SS34), all’allora Comune di Suna che ne fece la sua sede; il palazzo in tempi più recenti è stato utilizzato dal Comune di Verbania per le emergenze abitative, mentre mentre il fondo a piano terra era stato destinato alla Polisportiva Verbano. Destinazioni che in qualche modo ne hanno accelerato il degrado. Nella Servadei Cioja, ne descrive la condizioni in modo impietoso: «L'elegante salone principale […]ora pare sia una discarica alla mercé dei topi. Gli affreschi che decorano il cortile e le sale si stanno inesorabilmente rovinando mentre il il giardino all'italiana restrostante, trasformato in orto dagli inquilini, è diventato un impraticabile boschetto incolto».
 

 

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Pubblicato il 07 Maggio 2018
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