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Fusione Verbania-Cossogno: le ragioni del sì e quelle del no

Tutto quello che c'è da spere sulr eferendum del 13 maggio

Fusione Verbania-Cossogno: le ragioni del sì e quelle del no Tutto quello che c’è da spere sulr eferendum del 13 maggio

VERBANIA – I cittadini di Verbania e di Cossogno sono chiamati alle urne domenica 13 maggio, dalle ore 8 alle 22, per il referendum consultivo sulla proposta di fusione per incorporazione tra i due comuni. Ormai mancano pochi giorni e le posizioni sono chiaramente definite tra chi dice sì, e chi invita i cittadini ad andarsene in montagna disertando il voto, dove è noto che tra i tre risultati possibili, l'astensionismo – ovvero il mancato raggiungimento del quorum del 50 per cento +1  del numero dei votanti all’ultima consultazione elettorale – va tutto a favore di chi non ritiene utile o vantaggiosa, la fusione di Cossogno in Verbania.
Ma di quali vantaggi si parla? Quali gli svantaggi? Prima di guardare alle ragioni del sì e a quelle del no, va rimarcato che pur trattandosi solo di un referendum consultivo, esistono palesi risvolti politici dove la vittoria del sì segnerebbe un punto a favore dell'amministrazione Marchionini, che la fusione ha caldeggiato, mentre la vittoria del no o il mancato raggiungimento del quorum il punto lo segnerebbe a favore delle opposizioni di centrodestra, contrarie alla fusione. Ma le elezioni ci saranno tra un anno, oggi la scelta che si chiede ai cittadini dovrebbe considerare altre ragioni.

CHI DICE SÌ
Per promuovere le ragioni della fusione, nei mesi scorsi s'è costituito un Comitato per il sì. Ne fanno parte cittadini ed esponenti vicini alle amministrazioni di Verbania e di Cossogno. Nei giorni scorsi a sostegno delle ragioni del sì, s'è anche espresso – pur criticando fortemente la decisone "calata dall'alto" – il Movimento 5Stelle che comunque invita i cittadini ad andare a votare "perchè la possibilità di esprimere la propria idea va difesa e rivendicata; non partecipando al voto si rinuncerebbe ad un diritto e si delegherebbe ad altri la propria decisione".
LE RAGIONI DEL SÌ   
Così le sintetizza il Comitato
# porterà cospicui finanziamenti (3 milioni di euro per ben dieci anni). Risorse preziose per investimenti da decidere assieme, con nuove opere pubbliche e la manutenzione di quelle esistenti;
# costituisce una coraggiosa proposta d’intesa tra Comuni che hanno un’intensa collaborazione (con Cossogno che usufruisce già dei servizi di Verbania in accordo e armonia);
# non è certo la fine di un confine amministrativo che elimina l’identità di una comunità; ciò che si faceva prima, in termini di vita associativa, si continuerà a farlo anche dopo la fusione;
# integrare i servizi offerti nei due Comuni porterà a un miglioramento complessivo degli stessi;
# per valorizzare le risorse ambientali, storiche e culturali presenti, a partire dal rapporto con il Parco nazionale della Val Grande;
# perché è una strada intelligente che guarda al futuro e che altre comunità, nel VCO e in Italia, hanno percorso.

CHI DICE NO
Il panorama del "No" (ma sarebbe meglio dire dell'astensionismo dal voto), include le forze del centrodestra verbanese.
LE RAGIONI DEL NO
Anche a Cossogno, un gruppo di cittadini ha formato un Comitato per portare avanti le ragioni del no alla fusione. Così sintetizzano le loro ragioni: «Chiariamo da subito una verità chiara e incontestabile, in caso di Fusione di Cossogno in Verbania il processo sarà definitivo e irreversibile.
Altro elemento altrettanto vero è che in caso di Fusione, Cossogno finirebbe per entrare a far parte della (estrema) periferia della città, con problemi e necessità che a Verbania oggi non sono presi in considerazione.
Temiamo poi che unendo al territorio comunale verbanese (30 km2) quello di Cossogno (circa 40 km2 totalmente montani) nascerebbe una entità territoriale con un territorio vastissimo troppo estesa con una diversità di patrimonio, realtà naturali, necessità di cura e manutenzioni molto diverse che renderebbe la gestione del territorio molto difficile
».
In un'ottica di rafforzamento dei servizi Forza Italia preferisce puntare su un'unione dei Comuni funzionante, così si era espresso il coordinamento cittadino: «Cossogno non costituisce la proiezione urbanistica di Verbania, a differenza ad esempio di realtà quali Arizzano e in parte Cambiasca, il cui tessuto urbano non presenta soluzione di continuità con Verbania: al contrario Cossogno appare un'entità a sé, completamente distinta e distante dall'abitato verbanese. A maggior ragione questo dato emerge considerando le frazioni di Cossogno quali Cicogna o Un‎giasca.
Questo tratto distintivo, rispetto al capoluogo provinciale, unito alla connotazione spiccatamente montana del Comune dal quale si accede ad una delle porte della Valgrande, dovrebbe a nostro giudizio far riflettere sull'esigenza di un percorso volto a valorizzare l'apporto di Cossogno all'Unione dei Comuni limitrofi quali Cambiasca o Miazzina: realtà morfologicamente assai più compatibili con Cossogno, rispetto a quanto non sia Verbania
».
I fautori del No, hanno anche fatto leva su un aumento delle tassazioni comunali per gli abitanti di Cossogno. Tuttavia per i primi 5 anni la tassazione rimarrà invariata, quindi verrà adeguata a quella verbanese dal 6° anno. Alcune tasse saranno maggiori per i cossognesi che avranno però più servizi.

IL QUORUM
Come anticipato, il mancato raggiungimento del quorum del 50% + 1 dei votanti alle ultime elezioni annulla il referendum, anche se in via teorica, la fusione potrebbe comunque procedere (ma contro il parere dei cittadini è improbabile che le amministrazioni vadano avanti).
A Verbania, alle ultime politiche, il 4 marzo, hanno votato 17591 cittadini, pari al 73%. Il quorum sarebbe dunque raggiunto con 8796 voti (36,5%). A Cossogno hanno votato in 593 (67,11%), il quorum sarebbe raggiunto dunque a 297 voti, pari al 33,55%.

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Pubblicato il 12 Maggio 2018
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