Sabato inaugurazione della mostra fotografica sui nativi americani del 21mo secolo ‘The Red Road Project’
Sabato inaugurazione della mostra fotografica sui nativi americani del 21mo secolo ‘The Red Road Project’
Il Museo del Paesaggio di Verbania presenta presso gli spazi di Villa Giulia a Verbania Pallanza 'The Red Road Project', un progetto della fotografa Carlotta Cardana e dell’artista Lakota Danielle SeeWalker. La mostra, curata e prodotta da Fonderia 20.9 di Verona, mette al centro il rapporto tra identità della comunità, cultura e paesaggio, nello specifico con una rilettura del complesso legame odierno dei nativi d’America con la loro terra e la cultura tradizionale. Circa 70 opere, tra immagini d’archivio e fotografie realizzate appositamente per il progetto, esplorano e documentano il rapporto tra la cultura tradizionale dei nativi americani e l'identità delle popolazioni tribali di oggi, in un viaggio tra diversi stati USA. Inaugurazione sabato 8 giugno 2019 ore 17, alla presenza delle artiste. La mostra sarà visitabile dal 9 giugno al 29 settembre. Orari di visita, da Mercoledì a Sabato dalle 15 alle 19. Domenica dalle 11 alle 19. Chiuso il lunedì e il martedì. Biglietti: Intero 5 euro, Ridotto 3 euro.
Il progetto di ricerca artistica secondo le autrici
Costituendo appena l'1% della popolazione americana totale, i nativi americani vivono spesso ai margini e la loro voce non viene ascoltata. Hanno subito, e subiscono tuttora, una sorta di segregazione forzata occupando gli ultimi posti della società americana secondo tutti gli indicatori, dal tasso di disoccupazione dell'88 per cento, alla seconda più bassa aspettativa di vita al mondo. Non è azzardato affermare che le riserve indiane siano “isole di Terzo mondo” all'interno della più grande potenza economica mondiale. Tossicodipendenza, alcolismo, abusi sessuali, povertà, criminalità e i più alti tassi di suicidio nel Paese sono solo alcune delle conseguenze di secoli di oppressione e continui tentativi di assimilazione.
The Red Road Project (La Strada Rossa) vuole esplorare il rapporto tra la cultura tradizionale dei nativi americani e l'identità delle popolazioni tribali di oggi, attraverso un viaggio in North Dakota, South Dakota, Wyoming, Nevada, Colorado, Arizona, New Mexico, California, Louisiana, North Carolina.
Il titolo di questo progetto si riferisce agli insegnamenti che incoraggiano a seguire "la strada rossa”, ovvero procedere verso un cambiamento positivo nonostante un contesto avverso, ed è per questo ancora più sorprendente lo sforzo dei nativi per migliorare le condizioni delle comunità e riconquistare la propria identità. Il legame con la terra, con la lingua e le tradizioni sono solo alcuni degli strumenti utilizzati per il processo di legittimazione e di miglioramento.
La mostra, oltre a guardare alla condizione attuale dei nativi americani, racconta anche alcuni fatti storici come quello delle "boarding schools”, i collegi in cui venivano mandati i bambini indiani, tra la fine del diciottesimo e inizio del diciannovesimo secolo, fino al compimento della maggiore età. Operando in base al motto "uccidi l'indiano, ma salva l'uomo", queste scuole hanno causato la quasi totale perdita delle tradizioni e della lingua.
Carlotta Cardana (1981, Verbania) è una fotografa che si occupa principalmente di ritratto e documentaristica. Dopo gli studi al DAMS e all’Istituto Italiano di Fotografia, ha lavorato a progetti a Buenos Aires, Città del Messico, Londra, negli Stati Uniti e, ultimamente, in Giappone. I suoi lavori più recenti analizzano l'impatto degli squilibri economici e dell'oppressione sulle comunità. Il suo lavoro fa parte delle collezioni permanenti del Parlamento britannico e della National Portrait Gallery di Londra ed è stato premiato ed esposto all'interno di festival e gallerie in tutta Europa e negli Stati Uniti. Tra gli altri citiamo FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma, Noorderlicht Photofestival, il Month of Photography di Los Angeles, Kolga Tbilisi Photo, ImageSingulières, Sete – e pubblicazioni come The Guardian Weekend, The New York Times T Magazine, De Volkskrant, Marie Claire, L'OBS.
Danielle SeeWalker (1983, North Dakota, USA) è un'artista Hunkpapa Lakota, attivista e madre di due figli. Risiede a Denver, Colorado. È anche l’autrice di The Red Road Project. Danielle SeeWalker è membro della tribù Standing Rock Sioux nel Nord Dakota, dove è nata e cresciuta, e discende dal capo Hunkpapa Lakota, Tȟatȟáŋka Íyotake (Toro Seduto).
A causa dello stigma storico spesso associato all'essere nativi americani (in particolare nel Nord Dakota, dove è cresciuta), Danielle da ragazzina si vergognava della sua identità di indiana americana. Questa esperienza ha alimentato la sua passione e dedizione a questo progetto, con la speranza di ispirare i giovani nativi americani e le comunità indigene in generale. Oggi, Danielle studia la cultura dei nativi americani nel 21° secolo e tiene conferenze sull’argomento. Inoltre analizza le questioni storiche e contemporanee relative agli Indiani d'America. Danielle SeeWalker ha una formazione accademica in sociologia, antropologia, psicologia e studi nativi americani presso l'Albright College (BS) e l'Università di Kutztown (MA).
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