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Centro D’incontro di Sant’Anna, Lo Duca: “C’è un forte desiderio di ridare vitalità a questa parte di città”

Centro D’incontro di Sant’Anna, Lo Duca: “C’è un forte desiderio di ridare vitalità a questa parte di città”

Il coordinatore del Consorzio Cooperative Sociali del VCO, Davide Lo Duca, ci ha parlato del loro progetto riguardante il Centro D’incontro di Sant’Anna, a Verbania.

Le cooperative sociali sono esperienze nate a fine anni ’70 con lo scopo di offrire opportunità a persone con difficoltà, come tossicodipendenti, pazienti psichiatrici, disabili, persone con problemi legati alla giustizia e tante altre categorie. Le strutture di tipo A si occupano di servizi di assistenza diretta ai beneficiari, mentre quelle di tipo B del reinserimento nel mondo del lavoro.  

Dagli anni Novanta ad oggi il sistema delle cooperative si è andato irrobustendo, con aziende che sono sbarcate sul mercato sia pubblico che privato. Il Consorzio ha deciso di impiegare i prossimi trent’anni per ridare vita al Centro della famiglia di Sant’Anna. Questo edificio era un luogo di incontro per i giovani della comunità e ospitava un oratorio, un teatro e cinema, una serie di uffici e un bar.

Col passare degli anni questa realtà è venuta meno, è rimasto il teatro, ma tutto il resto si è spento o ha resistito in maniera marg

Per questo si è deciso di riprendere in mano la situazione, coinvolgendo sia enti pubblici che privati, per un progetto totale che ha esigenze superiori al milione di euro. Si partirà in estate con investimenti per 400 mila euro, di cui un contributo per 200 mila euro dalla Fondazione Cariplo – bando emblematici provinciali, allo scopo di risistemare gli uffici e il teatro, così da restituirli alla società e avviare altri percorsi. Per gli uffici si vuole ridare forza al Centro della famiglia e creare una raccolta di progetti del territorio per trasformarli in realtà. Per il bar, che comporta l'individuazioni di risorse, si pensava di dar vita ad una realtà lavorativa che potesse includere i soggetti fragili.  

C’è un forte desiderio di ridare vitalità a quella parte di città e della comunità che è fortemente cambiata: gli anziani hanno bisogno di servizi, i giovani di uno spazio per musica, danza, teatro, e nuovi orizzonti culturali. Per questo è necessario ristrutturare l’edificio e ridarlo alla città”.

 

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Pubblicato il 13 Giugno 2019
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