Giulio Scarpati e Valeria Solarino protagonisti de ‘Il Misantropo’ di Moliere al Teatro Maggiore di Verbania
Alceste e Célimène sono nostri contemporanei come coppia sentimentalmente impossibile: non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano eppure faticano a separarsi
Giulio Scarpati e Valeria Solarino protagonisti de ‘Il Misantropo’ di Moliere al Teatro Maggiore di Verbania Alceste e Célimène sono nostri contemporanei come coppia sentimentalmente impossibile: non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano eppure faticano a separarsi
In scena martedì 19 novembre alle 21 'Il Misantropo'. Alceste, alias Giulio Scarpati, si innamora perdutamente di Celimene (Valeria Solarino) ma il loro rapporto è costantemente in bilico a causa di scelte di vita in continuo conflitto. Il Misantropo, che proclama i propri rigidi principi fondati su un ideale di umanità nobilitata dalla virtù, e Celimene, che non vuole rinunciare alla leggerezza della mondanità, vivono il loro amore senza mai comprendersi tra loro.
Attorno a loro si muove un carosello di umanità: il politico con velleità da scrittore, i giovani “bene” vanesi e modaioli, la dama di carità, ipocrita e bigotta. Insomma, in quest'opera il drammaturgo francese rappresenta con estrema lucidità la parodia di vizi e difetti dell'alta società di ieri, di oggi e anche di domani.
Il Misantropo, considerato uno dei capolavori di Moliere, è la commedia amara della vita in cui non è previsto il lieto fine.
Così la regista, Nora Venturini: ''In questo capolavoro sempre in equilibrio tra commedia e tragedia l’aspetto privato del tormento amoroso è dal punto di vista teatrale altrettanto interessante di quello sociale, perché ne evidenzia il fattore umano e ce lo rende sempre attuale a distanza di secoli. Tragici e comici insieme, Alceste e Célimène sono nostri contemporanei come coppia sentimentalmente impossibile: non si capiscono ma si amano, si sfuggono ma si cercano, si detestano eppure faticano a separarsi. Nei loro difetti possiamo ritrovarci e riconoscerci; e ne ridiamo, guardandoci allo specchio''
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