Quantcast

“Non sono sul viale del tramonto”. La seconda vita di Massimiliano Chiappella

Il campione di bocce, dopo tanti successi nazionali e internazionali, è in una fase di riflessione. "Mi sento portato all’insegnamento e uno degli obiettivi per il domani potrebbe essere proprio questo"

Bocce varie

In quell’autunno che solo il Lago Maggiore, per chi di questo inestimabile lago è perdutamente innamorato, sa trasformare in una fonte inesauribile di suggestioni variegate, dove l’alternanza delle tinte, mutevoli da luogo a luogo, solitarie eppure riprodotte a ritmi periodici, in un gioco di contrapposizioni che sembrano create ad arte per confondere, ma soprattutto per affascinare, in una giornata meravigliosamente uggiosa, incline allo sguardo ora malinconico, ora contemplativo, abbiamo avuto il piacere d’incontrare lui, il campione per antonomasia del Luinese, onusto di glorie e d’innumerevoli successi che hanno costellato la sua inimitabile carriera, prerogativa di pochi eletti che hanno avuto in sorte di essere abbracciati dal talento e dalla gloria. Massimiliano Chiappella, come sempre disponibile e gentile, si presta volentieri alle sevizie di una delle molteplici interviste dalle quali, grazie alle sua fama, è perseguitato.

Bocce varie

Max, ormai sei tale per tutti, il nomignolo è non solo semplificativo, ma racchiude una componente confidenziale e affettiva, sembra ormai acquisito che, come nel titolo del film di De Sica, Oscar come miglior film straniero nel 1965, ci sia un cambiamento nella tua carriera boccistica, ci sia un Ieri, un Oggi, un Domani, non verso una continuità uniforme bensì sostanzialmente diversi?
«In effetti è così. Dopo la splendida avventura del campionato a squadre di Serie A del 2021, dove Possaccio – la squadra della frazione di Verbania nella quale ero capitano – si è qualificato, al suo primo anno nella massima serie, per le final four di San Giovanni in Persiceto realizzando e completando un grande sogno cullato e coccolato durante tutto il girone, conquistato, fra l’altro, quando ormai in pochi ci credevano, è venuto il momento di mettere a punto un piano di riflessione considerando tutte le componenti dell’attività di alto livello».

Cosa vuol dire riflessione? Il termine viene sovente usato per mascherare un ridimensionamento dell’attività.
«Se vogliamo può anche essere in questa direzione che si può interpretare. Per ora mi sono preso un periodo cosiddetto sabbatico, di stacco dalle competizioni. Dopo un tempo lunghissimo di lavoro presso un istituto di credito, ho pensato di mutare abito, di mettermi in proprio, di svolgere un lavoro consulenziale per una clientela affezionata che ha fiducia nelle mie competenze professionali. Di certo questo comporta una fase di consolidamento, alla quale devo dedicare la massima attenzione. Quindi la professione, innanzi tutto. Poi la struttura del campionato di quest’anno che presuppone un girone unico di 12 squadre con trasferte in ogni parte d’Italia, perciò un impegno notevole, perché se devi andare in Sardegna o a Napoli, tanto per fare esempi banali, non puoi pensare di partire al mattino e tornare alla sera, devi per forza rimanere a disposizione per almeno due giorni, se vuoi fare sport seriamente. Perciò le conclusioni sono diventate ovvie: ho deciso di lasciare, con il 2022, Possaccio e di trasferirmi alla Cuviese, che ha un’ubicazione molto vicina alla mia abitazione di Brenta».

Bocce varie

Quindi quest’anno non vedremo Chiappella fra i protagonisti del Campionato di Serie A, ma forse lo vedremo battersi nel Campionato di prima categoria, visto che la Cuviese si è accaparrata, oltre ai già tesserati Barilani e Biancotto, anche Turuani, senza dimenticare Alessio Bossi e Marco Scurati?
«Non è così. La Cuviese non farà nel 2022 il campionato a squadre. Barilani andrà in prestito alla Edera Bambina di Marsala, Biancotto quest’anno era in prestito alla F.lli d’Italia di Somma Lombardo e anch’io non ho escluso di disputare alcuni incontri, sempre in prestito, con Possaccio, Società con la quale mi sono trovato splendidamente e mantengo ancora un rapporto ideale attraverso la stima reciproca che anima il presidente Mazzolini e il sottoscritto. Si tratta di affrontare una nuova avventura con sfaccettature diverse, dove spero di rinvenire stimoli nuovi. Ecco è fondamentale scovare questo aspetto: lo stimolo per nuove sfide per non adagiarsi nel comodo giaciglio dei percorsi fruttuosi e colmi di soddisfazioni che sono la premessa per adagiarsi. E nello sport poi ci si risveglia fra coltri d’insuccessi dai quali diventa arduo risalire».

Torniamo a De Sica, abbiamo parlato dell’Oggi, abbiamo sbozzato il Domani, ma l’Ieri, l’episodio di Adelina scritto dal grande Eduardo, l’abbiamo dimenticato, oppure rimosso?
«Affatto, come faccio a dimenticare i sacrifici compiuti per arrivare in alto? Da quando ho deciso di dedicarmi a questo sport mi sono posto un obiettivo: rimango nella aurea mediocritas oppure voglio diventare un campione? Ho scelto la seconda opzione, mi sono anche parzialmente convertito da bocciatore a puntista, con risultati che ritengo confortanti, così già nel 1995 – ero un ragazzino o poco più – sono diventato campione del mondo a squadre con Antonini, Bagnoli e D’Alessandro. Da lì in poi è iniziato un cursus honoris che neppure avrei immaginato: campione europeo a squadre nel 1994 e 1998, ancora campione mondiale per squadre di club nel 2002, oltre a una serie di successi in gare nazionali che non posso e non voglio dimenticare, perché ogni pietra miliare che riporta il mio nome è rappresentativa di un notevole impegno e di tante rinunce: lo sport di alto livello è esigente, molto esigente».

Posso essere provocatorio? Questo ritiro, seppure parziale, dal campionato di Serie A, non è un tentativo per sfuggire, rimanendo sempre nell’ambito cinematografico, al Viale del Tramonto di Billy Wilder, film del 1950 pluridecorato di statuette Oscar, interpretato magistralmente da Gloria Swanson e William Holden, ovviamente senza la conclusione tragica della vicenda?
«Non direi, anche se ciò potrebbe apparire un po’ presuntuoso. Mi sento competitivo, ho fatto delle scelte consapevoli che credo riescano a scatenare nuovi sproni verso altri traguardi. Di certo non voglio abbarbicarmi sul muro che si erge fra il calo delle prestazioni che intervengono al crescere dell’età e gli sforzi necessari per mantenersi ai massimi livelli. Qualora mi accorgessi di questi eventi assumerei decisioni compatibili. Fra l’altro mi sento portato all’insegnamento e uno degli obiettivi per il domani potrebbe essere proprio cercare d’infondere l’amore – e i segreti – per questo sport di una bellezza che solo chi non lo ha mai praticato può ignorare».

Fuori il cielo è ancora più imbronciato, una leggera bruma, forse più peculiare della pianura invisibile da lì, ma desiderosa di ammorbidire con le sue prerogative la spocchia dei laghi prealpini, nella speranza di coinvolgerli nella sua monotonia, ma non sa, incauta, che le soffuse sfumature altro non fanno che conferire nuove aureole di splendore. Max se n’è andato, con la sua gentilezza, il volto d’eterno ragazzo, con le sue sfide, i suoi progetti, le sue vittorie di vita.
Ma quale Gloria Swanson e il suo viale? Attenti a lui.

PILLOLE DI BOCCE
15 novembre – Bederese – prosegue regionale individuale B e CD – finali separate 15 novembre – Bottinelli-Vergiatese – inizio regionale coppia ABCD

di
Pubblicato il 14 Novembre 2021
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore