Requiem per una bambina messicana
di Paolo Negri
I morti quando tornano a trovarci hanno l’aspetto di quando ci hanno lasciato o del nostro più bel ricordo di loro? Marylou alzando gli occhi vide la risposta.
Marylou golosa di legumi, Marylou bocca cucita, Marylou fionda sempre scarica. Il paese lontano miglia e gli inquilini del cimitero vicino odori.
“Ciao Mary, ascoltami, vai all’albergo dato alle fiamme ieri, mi devi aiutare” le disse Noelia. Erano passati dieci anni da quel treno che l’aveva trascinata via.
Ora cosa la riportava da lei?
Marylou denti stretti pugno chiuso, perché diavolo è tornata, ora farà tutto più male.
“Mary, troverai una candela accesa, soffiaci sopra, sentirai la nostra vaniglia”.
Vaniglia, Marylou ti ricordi? La sua pelle nella tinozza aveva quel profumo. Rubavi il sapone all’emporio per poterla accarezzare, le tue mani erano ruvide e proletarie, serviva qualcosa di levigato e nobile, e ora i tuoi pensieri tornano a traboccare di quelle voglie.
Marylou a cavallo nel buio, Marylou alla finestra. Ecco la candela.
Soffia con gli occhi chiusi, aspira con le narici aperte.
Amaro in bocca, è quel che sente: qualcuno piange, qualcuno la implora, qualcuno le chiede di non lasciarla sola. Marylou trova una bimba, la porta con sé.
La fa crescere dirimpetto alle tombe, senza chiedere chi sia e da dove arrivi. Mentre Noelia è scomparsa, di nuovo. La battezza nelle foglie secche: “Messico”, e si chiede se anche lei avrà timore di tutto quel che respira, sia un serpente un uomo o una passione.
Marylou come sonnifero del whisky, Messico come fissazione un corvo imperiale appollaiato su un ramo, a beccare la luna. A soffiare brillano gli occhi neri, a tremare pensano le ginocchia. Marylou intrisa d’alcool non s’accende, Messico trova una biglia a specchio sotto al letto. La prende, si guarda, ruba la fionda a chi dorme.
Cosa si cela dietro la paura?
Il corvo fugge gracchiando. Prendendo il volo, rivela una fioca luce in lontananza. A Messico ricorda quel che dicevano di sua madre, corre giù dalle scale, spalanca le porte, zittisce i rumori sospetti. La candela sa di vaniglia, sta al centro di un tavolo di pietra con tutt’attorno dei seggi occupati da scheletri. Meno uno, vuoto.
Spunta un bimbo immacolato, la vede, sorride, la invita a bere un tè assieme a loro.
Marylou si sveglia all’alba, si accorge subito del furto, sbatte contro il mal di testa, grida “Messico Messico”. Tiene undici anni e nove mesi di parole ferme. Corre.
La trova addormentata, pallida e fredda, la prende con sé e la porta in casa.
Sa di quel gioco, sa di non averla messa in guardia.
Se ha detto sì, domani Messico sarà uno spirito errabondo, di quelli che non stanno né in cielo né in terra. È questo quel che voleva Noelia? Averla accanto a sé?
Racconto di Paolo Negri (www.ilcavedio.org), illustrazione “Collage by Pavel Assemblaggi”
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